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BEJELIT

Ciao Giulio! Grazie per il tempo concessoci per quest'intervista! Allora, partiamo da quello che è successo subito dopo il vostro debut album "Hellgate" ed in particolare mi riferisco allo split con il vostro cantante Fabio Privitera.

Ciao! Allora brevemente è capitato che il nostro ex-cantante Fabio è stato chiamato a far parte del cast di un noto musical e quindi senza troppi giri di parole non poteva più rimanere dentro la band. Abbiamo provato a cercare qualche soluzione alternativa e addirittura abbiamo pensato di fermare la nostra attività live per dedicarci esclusivamente all'incisione dei dischi ma alla fine abbiamo convenuto che la cosa migliore da fare sia per noi che per lui fosse il separarci amichevolmente. Poi dopo parecchi provini abbiamo trovato quasi per puro caso Tiberio, il nostro attuale singer, che fin da subito ci ha colpito sia come cantante che come personaggio.


In effetti la voce di Tiberto è del tutto particolare ma sinceramente all'inizio quando avevo visto le sue foto sul sito non avevo avuto una grande impressione ed invece ho scoperto una voce grintosa dalle grandi qualità.

Si in effetti a vederlo non da quell'impressione di aggressività che invece sfodera in sede musicale, non sei il primo a farci notare questa cosa! Anzi ti dirò che la cosa divertente è vedere la faccia delle persone che ascoltano per la primissima volta qualcosa di "Age of Wars", è proprio da dire che l'abito non fa il monaco. Molte persone l'hanno paragonato come timbro al grandissimo Thomas Rettke degli Heaven's Gate, cosa che non può che renderci felici visto che questo è uno dei gruppi preferiti dalla band e che è in modo indissolubile legato alla sua nascita


Quanto ha influito invece il timbro della voce di Tiberio sulla realizzazione del nuovo disco? Stilisticamente ci trovo diverse divergenze da "Hellgate", c'ha messo del suo o un semplice mutamento vostro?


Ovviamente la presenza di Tiberio ha influito sulla scelta finale delle linee vocali anche se c'è da dire che la maggior parte del lavoro era già registrato prima del suo ingresso, Tiberio ci permette di usare una maggior estensione nelle linee vocali che mantengono sempre un bel "tiro" rock,. Le divergenze che senti sono parte integrante del nostro sound credo, devi sapere che alcuni brani di "Age Of Wars" sono stati composti al tempo di "Hellgate" e "Mercenary" è addirittura antecedente.
Diciamo che i Bejelit hanno nel loro DNA la voglia di sperimentare e di avere un suono vario senza dover essere etichettati come "opportunisti" o altro. Secondo me già in "Hellgate" si sentivano elementi anomali per il genere, come percussioni etniche e altri strumenti non propriamente usuali nell'Heavy Classico, ci siamo affidati alle nostre orecchie e al nostro istinto e abbiamo iniziato a trarne il massimo per quel momento.


La differenza sostanziale che trovo tra "Hellgate" e "Age Of Wars" è che in questo nuovo disco il vostro sound sia maggiormente ricercato, frutto di un lavoro maggiormente meticoloso in fase di produzione che perde però, vuoi anche per le differenti scelte stilistiche, un po' dell'impatto dei brani di "Hellgate".

La produzione di "Age Of Wars" è sicuramente più complessa anche in virtù della maggior difficoltà dei brani. Diciamo che una delle critiche maggiori che aveva suscitato "Hellgate" era relativa ai suoni piuttosto freddi che se da un lato non piacevano a tutti dall'altro erano i responsabili di un certo impatto. Ora abbiamo deciso di fare un cd "serio" e di lavorare in diversi studi per poter utilizzare diverse soluzioni. La pre produzione di "Age Of Wars" è stata fatta con lo stesso metodo della produzione di "Hellgate" e infatti suonano molto simili. la differenza è che quest'ultimo ha tutto un altro "sapore", da un certo punto di vista è più suonato e meno un assalto alle orecchie dell'ascoltatore. Poi in ultima analisi tieni conto che tutti, noi compresi sentiamo una differenza superiore a quella reale a causa del cambio di cantante che di certo ha influito molto. Potremmo dire che "Age Of Wars" è il primo cd dei Bejelit e "Hellgate" una sorta di antipasto. Ora quando sarà pronto il terzo album probabilmente questa differenza si sentirà molto meno.


Le diverse soluzioni di "Age Of Wars" mi hanno colpito per la semplicità con le quali si legano tra di loro, si parte con brani come la titletrack o come "Mercenary" nei quali le chitarre sembrano uscire da un disco dei Nevermore a brani Power molto più catchy come "Just A Dream" o "The Evil Inside". Senza contare "March Of The Immortal" dove sperimentate persino i lidi del sinfonismo. Sembra proprio che sia cresciuta in voi la voglia di mettervi in gioco e di osare per dimostrare le vostre diverse qualità.

Come ti dicevo le canzoni nascono cosi' spontaneamente. Non ci fermiamo mai li a pensare "ora facciamo brano power, ora ballata, ora thrash feroce". Per assurdo potremmo fare un cd tutto di brani in doppia cassa a 210 di metronomo con vocals power e chitarre cattive ma per nostra fortuna le idee non mancano al momento. Oltretutto le canzoni sono sempre piuttosto spontanee e la preproduzione non si discosta troppo dalla versione finale. La voglia di sperimentare, come ti dicevo, non manca e il fatto di "musicare" su di una storia pre-confezionata ci permette di sbizzarrirci su diversi generi. A me fanno ridere quelle persone che credono si possa sperimentare solo nel Prog o che etichettano per progressivo un cd solo perchè ha un sitar o un chissà cosa, si può sperimentare rimanendo nel proprio genere e anzi arricchendolo di diverse componenti ed essere comunque Heavy Metal (fottuto heavy metal)! Alla fine noi ascoltiamo di tutto e penso sia naturale esserne influenzati.


Sono d'accordo! A proposito di storia pre-confezionata, in "Hellgate" aveva raccontato a grandi linee la storia di Berserk, il fumetto di Kentaro Miura. Di cosa parlate in questo "Age Of Wars"?

Bella domanda! In "Hellgate" abbiamo affrontato alcuni episodi di Berserk senza seguire un filo logico, una sorta di briefing della storia raccontata a modo nostro attraverso le note. In questo disco invece abbiamo preferito puntare maggiormente sulla trama del fumetto narrando le gesta della squadra dei falchi. Chi segue la storia credo non avrà difficoltà a seguirla anche ascoltando il cd, vi è un filo logico pur senza parlare di concept album. Col prossimo cd probabilmente seguiremo ancora questa scelta in modo da immergere ancor di più il lettore nella storia attraverso la nostra musica.


Non avete in programma di scrivere testi riguardo ad altro?

L'idea è passata più volte per la testa ma per ora siamo felici di questa scelta particolare e che per ora ci sta dando notevoli soddisfazioni. In ogni caso i nostri testi li si può leggere (non tutti) anche sotto una chiave meno Berserk e più personale.


Facci un esempio.

Ad esempio "Dust In The Wind" e la più recente "Just a Dream" sono brani che possono essere letti sia relativamente alla sfrenata ambizione di Griffis sia a quei falsi amici che pur di perseguire un loro scopo calpestano completamente il concetto stesso di amicizia.


Da fan di Berserker, chi preferisci? Griffis o Gastu?

Preferisco Caska!


Quanti dischi credi ci vogliano per raccontare l'intera storia di questo fumetto? Vi state già interrogando su quello che sarà il "dopo"?

Sinceramente non te lo saprei dire anche perchè la storia è ancora in fase di edizione e quindi potrebbe allungarsi all'infinito! In linea di massima con il prossimo cd saremo ancora sulle coordinate degli ultimi dischi mentre per un ipotetico "dopo" vedremo in se a cosa succederà, diciamo che abbiamo già qualche idea che ci passa per la testa.


Lanci il sasso e nascondi la mano, quale idea?

Beh diciamo che per mantenere una linea stilistica potremmo trattare un altro manga, ne abbiamo già parlato più volte tra di noi magari potremmo anche ottenerne i diritti ufficialmente e...chissà...


Altro sasso, di che manga stai parlando?

Diciamo che vista la nostra attitudine musicale non sarà Candy Candy e nemmeno Chobin anche se un cd violentissimo su Chobin lo farei! Anzi lancio un appello a tutti i musicisti per fare questo cd sul quel cattivone di Chobin!


Ok, lasciamo perdere! Che significato ha per voi il Bejelit? Oltre ad essere un nome ed un simbolo immagino che per voi abbia un significato particolare...

Il Bejelit come saprai è un talismano che nella storia permette di realizzare i propri sogni sacrificando qualcosa in cambio, e di solito il prezzo da pagare piuttosto salato. Per noi non ha alcun significato particolare se non relativo al legame con il fumetto che abbiamo abbracciato qualche anno fa. E poi Bejelit è un nome che suona facile anche se non scontato, è piuttosto strano, abbiamo visto che la gente se lo ricorda facilmente.


Cambio argomento, dopo le divergenze con l'Underground Symphony avete rotto anche con la Battle Hymns. Cosa è successo in questo caso? Cosa ci puoi dire della neo-nata Old Ones?

Qualunque divergenza con l'Underground Symphony è stata appianata da tempo ed era di esclusivo valore professionale e non personale. Con la Battle Hymns abbiamo fatto il primo cd, ne siamo rimasti soddisfatti ma ora abbiamo voluto intraprendere una strada diversa. Per quanto riguarda la Old Ones posso dirti che stiamo lavorando duro per farla emergere nell'affollatissimo panorama delle label indipendenti. Occupandosi soprattutto della distribuzione contiamo di essere il più capillari possibili mantenendo comunque dei prezzi a portata di "teenager".
Molti potrebbero pensare che questo cd sia una sorta di autoprodotto ma in realtà l'idea della Old Ones Records è nata esternamente ai Bejelit e alle loro vicissitudini. Poiché volevamo curare da vicinissimo gli interessi della band, la produzione e la successiva promozione abbiamo deciso di produrre come primo album proprio "Age of Wars".


Qual'è il tuo brano preferito dei Bejelit e perchè?

Di quelli vecchi senza dubbio "The Haunter of The Dark", a cui sono particolarmente affezionato mentre per quanto riguarda i brani nuovi direi "March of The Immortal" visto che ho avuto modo di sbizzarrirmi sulle orchestrazioni.


E tra le due ballad? Personalmente "Flower Of Winter" mi piace ma "I Won't Die Everyday" rimane la mia preferita.

Beh, sono songs differenti che hanno in comune solo il fatto di non essere sparate a mille. Credo che "I Won't Die Everyday" sia meno ballata e più vicina ad un mid-tempo mentre "Flower Of Winter" è più lenta e "acustica", per così dire.


Oltre che essere il batterista dei Bejelit sei sempre stato piuttosto attivo sulla scena metal italiana, sei già stato membro dei Pandaemonium per esempio, ed adesso cosa hai in mente?

Attualmente sono anche da circa un anno dei Drakkar con i quali stiamo lavorando ad un nuovo album anche se per ora non so dirti quando uscirà e nemmeno con chi. Ora ho in mente diversi progetti anche non metal nel senso stretto del termine ma soprattutto sono impegnato nel produrre altri gruppi nel mio studio.
Ho notato che in Italia si parla tanto ma poi le produzioni sono spesso deboli in campo metal e la cosa è un paradosso. Quest'estate comunque parallelamente a Bejelit e Drakkar registrerò il debut album del progetto che ha visto iniziare la collaborazione tra me e il chitarrista dei Bejelit Daniele Genugu.
Questo progetto chiamato Paladine è costituito da un power melodico con moltissimi elementi acustici e folk ma che strizza l'occhio anche al metal tedesco degli anni '90.
Dovrebbe uscire con la Old Ones Records così come "Age of Wars" dei Bejelit.

Bene, questo è tutto! Grazie per l'intervista Giulio, ti lascio lo spazio per salutare i lettori di Hardsounds.it!

Un grazie di cuore a te e a Hardsounds.it per lo spazio che ci ha concesso Un salutone a tutti i lettori, mi raccomando visitate il nostro sito all'indirizzo www.bejelit.com e lasciateci una firma sul guestbook. STAY HEAVY!

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