AZURE AGONY
Eccoci qui, dopo la recensione del loro primo lavoro 'Beyond Belief', a fare quattro chiacchere con i 4 ragazzi che fanno parte della giovane band Azure Agony. Buongiorno ragazzi, visto che questo è il vostroprimo lavoro e dovrà essere quello che vi farà conoscere un ad un pubblico più vasto, ci raccontate un po' della vostra storia e di come è nata l'idea di fondare gli Azure Agony? Marco Sgubin: Buongiorno a tutti. Allora, gli Azure Agony nascono diversi anni fa, fondati da me, il tastierista, assieme ad altre persone. Con questa primissima formazione nascono i 3 brani conclusivi dell'album, che seppur con delle varianti sono stati mantenuti più o meno com'erano. Poi per le solite ragioni musicali e personali, quella formazione si sciolse, ma decisi di proseguire, cercando altri musicisti. Arrivarono così Gabriele Pala, già chitarrista dei death metaller Karnak, Marco Firman al basso e infine Carlo Simeoni alla batteria, che in precedenza militava in una cover band dei Dream Theater. A dire il vero, nel primissimo concerto, nel 2006, Carlo non c'era ancora e gli Azure Agony si sono presentati sul palco in 3, senza un batterista "fisico" ma con le parti programmate da me e registrate su cd. Carlo Simeoni: Nei 2 anni successivi abbiamo lavorato duramente alla realizzazione di Beyond Belief,curando nei dettagli ogni singolo aspetto ritmico e armonico. Il tutto è stato poi registrato da noi e infine superbamente mixato da Luigi Stefanini, ai New Sin Studios. Secondo noi, Luigi è davvero uno dei più grandi professionisti del suo settore. La grandissima qualità dell'album lo testimonia. Leggendo il nome del vostro gruppo viene da pensare che la scelta sia dettata da qualche motivo particolare, è cosl? Lo stesso vale per il titolo che avete scelto per il disco? Marco Sgubin: Azure Agony è il nome dell'ultimo schema dell'ultimo livello di Quake. Beyond Belief è un'espansione dello stesso gioco. Marco Firman: Per il titolo avevamo una lista di possibili scelte, tutte su tematiche da videogame o comunque riassuntive dell'album che descrive in musica luoghi del mondo, veri e immaginari. Alla fine, a votazione, è stato scelto Beyond Belief. Trovo molto interessante anche la copertina a corredo del CD, anch'essa sembra essere studiata a puntino. E' una vostra creazione e ha qualche riferimento preciso? Gabriele Pala: sì è un qualcosa che ho fatto io assemblando un po' di immagini trovate qua e là per internet. Lo sfondo era un wallpaper, la statua l'avevo trovata scartabellando su Google. Diciamo che l'idea di base era quella di abbinare qualcosa di futuristico (lo sfondo), con qualcosa di mistico e tradizionale (la statua). L'uomo che guarda nello stargate al centro delle statue simboleggia il viaggio verso ciò che è sconosciuto o che va oltre ciò che si crede (Beyond Belief, per l'appunto). I ritocchi finali sono poi a cura dello studio grafico della SG Records. Venendo alla vostra musica, la vostra scelta musicale è stata netta: 'Beyond Belief' è un album, che seppur si rifà al prog metal in generale, è puramente strumentale. Cosa vi ha fatto propendere per questa decisione? Non temete che l'assenza di un vocalist possa limitare un po' il numero dei vostri possibili estimatori? Marco Sgubin: abbiamo preferito rimanere strumentali non trovando un cantante adeguato e portato ad inserirsi nella nostra musica. Alla fine la gente in generale, il cosiddetto "vasto pubblico" ascolta la voce (soprattutto se melodica). Se essa non è all'altezza della situazione, anche la parte musicale va a perdere valore. Non avendo finora trovato nessuno all'altezza della situazione, abbiamo deciso di percorrere questa strada. Carlo Simeoni: ci sono poi in giro molti gruppi che hanno comunque percorso questa strada senza per questo essere da meno, basta pensare a gente come Bozzio / Levin / Stevens, i Planet X, i 7for4 o i Liquid Tension Experiment. Gabriele Pala: Molti brani di Zappa o dei King Crimson sono strumentali. E non dimentichiamoci nemmeno dei grandissimi Goblin, orgoglio italico! Si è sente spesso dire che il vostro disco ha dei rimandi precisi ai classici del genere (es. Dream Theater). Quali sono i vostri punti di riferimento ed ai quali vi ispirate quando scrivete le vostre canzoni? Marco Sgubin: Molte persone vogliono riconoscere i Dream Theater tra i nostri riferimenti, ma sinceramente non è quello il motore delle nostre composizioni. Il nostro scopo è creare musica che contenga gli stili personali di ognuno in modo libero ed incondizionato, poi l'ascoltatore è libero di sentirci dentro quello che gli pare! Gabriele Pala: penso sinceramente che la questione Dream Theater sia solo un fatto di ignoranza popolare. Il famoso "vasto pubblico" di cui si parlava prima conosce quelli, per motivi di mercato, e quasiasi cosa "odori di prog" gli viene in qualche modo accostata. Guarda, io provengo dal death metal (suono con i Karnak dal 1993) e dal jazz, e le mie conoscenze di prog metal passano per gente come Watchtower e Sieges Even, fermo restando che il vero prog era quello italiano degli anni 70, come Balletto di Bronzo e Area. Se qualcuno vede nel mio modo suonare il fantasma di John Petrucci, sinceramente non so che dire. Adesso che 'Beyond Belief' è stato pubblicato dall'etichetta SG Records avete in mente di fare delle date live per supportarne la diffusione? Se sì quali saranno le vostre prossime tappe? Marco Firman: sicuramente l'attività live sarà da mettere in piedi con una certa serietà. Finora ci siamo limitati a qualche data di piccola portata nella nostra zona. Ora con un contratto e un album ufficiale in mano, possiamo puntare un po' più in alto. Inoltre suonare live permette di far ascoltare e conoscere la nostra musica a molta gente. Di solito, dopo un concerto, c'è sempre la fila di gente che vuole un cd di quello che ha appena sentito, e ora siamo finalmente in grado di soddisfare questa richiesta. Gabriele Pala: al momento attuale abbiamo una serie di contatti e possibilità in attesa di definizione. Eventualmente valuteremo anche la possibilità di affidarci a qualche agenzia o management. Per esperienza, posso dire che si tratta tuttavia di un ambiente dove combini qualcosa solo per conoscenze. In ogni caso, troverete a breve le nostre date sul nostro myspace ufficiale o sul sito della SG. Con questo concludiamo l'intervista agli Azure Agony. Grazie ragazzi per il vostro tempo e, lasciandovi spazio per concludere a vostro piacimento l'incontro, ci auguriamo di risentirvi al più presto. Azure Agony: grazie per il supporto e lo spazio che ci avete dato. Speriamo che la nostra musica sia apprezzata, seppur in mezzo allo sterminato oceano di gruppi che ci sono oggi in giro!
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