TRAPEZE: Hot Wire
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11/06/2015Fino a metà degli anni ’70 circa i Trapeze sono stati uno dei gruppi di punta della British Invasion, vantavano un folto seguito negli States pur esibendo, di riflesso, un suono derivativo dalla tradizione americana: il funky negroide irrobustito da stilettate rock intinto nel soul, il tutto riletto con il tipico flavour del rock inglese. Dopo la dipartita di Glenn Hughes, ingaggiato dai Deep Purple, ai tempi famosi quanto i Trapeze, i rimanenti Mel Galley (futuro Whitesnake) e Dave Holland (futuro Judas Priest) non hanno gettato la spugna, ma anzi hanno arruolato nuovi musicisti allargando la band da trio a quartetto. ‘Hot Wire’ svelò la nuova identità dei nostri, Rob Kendrick alla seconda chitarra e Pete Wright al basso, entrambi dotati di due ottime voci a supporto di Galley. E la differenza emerge proprio sulle parti vocali, più armonizzate che in passato, quando erano ad esclusivo appannaggio di Hughes. Il rifframa spezzato e le avvolgenti armonie vocali rappresentano lo stile dei Trapeze, ai quali va dato atto di avere composto un album coinvolgente, dal primo all’ultimo brano.
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