PSYCHOFAGIST: IL SECONDO TRAGICO
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09/01/2010E' inutile: i grossi nomi internazionali sono stati piuttosto deludenti quest'anno, ma per fortuna lo Stivale, contrariamente alle previsioni di chiunque, si è rivelato quanto meno interessante. Ed è con questo spirito che il sottoscritto accoglie il secondo (tragico) album dei modenesi Psychofagist, che vedono all'interno della propria line-up nientemeno che il sassofonista degli Zu, Luca T Mai. Avrete già capito, ci auguriamo, che potete tranquillamente fare tabula rasa dei trascorsi musicali dei nostri, perchè adesso la band che abbiamo di fronte è una degna erede dei Naked City, che si è lanciata come un treno verso un assurdo sound che mescola fusion, grind e noise. La mostruosa e incontrollabile chitarra distorta di Stefano si lancia in un efferato combo di riff e fraseggi lontani da ogni legge umana e divina, con il basso che insegue percorrendo vie ben più irregolari e tortuose, il tutto accompagnato dal dissonante ed esagerato sax di Luca. Ne 'Il Secondo Tragico' si possono incontrare lenti e monolitici deliri noise come "Corpuscles", sempre pronti ad esplodere in un orgasmo di violenza e fraseggi assurdi ben incastonati nella spaventosa struttura ritmica, come la title track o la geniale "Nouvelle De Spasticité & épilepsie". Oppure il sincopatissimo 'funk-noise' "Biodegradazioni" o assalti violenti capaci di percuotere l'ascoltatore col massimo della rabbia e della ferocia che i ragazzi ci sanno mettere, come con la stupenda "Free-Non-Jazz Powerviolence Sonata", che chiude il disco nel modo migliore che si possa immaginare. 'Il Secondo Tragico' è una passeggiata nei campi della lucida follia, degli abissi più tecnici - e irrazionali - della creatività umana. Per chi non ha paura del nuovo.
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