POISON RUÏN : Harvest
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13/04/2023Bentornati alla scena crust punk, seconda metà anni ’80! Questo genere rumoroso che mescolava il punk al rumore puro, anticipando la degenerazione violentissima del grindcore, era molto in voga nei circuiti underground: nei Centri Sociali dell’epoca avrò visto decine di band assimilabili ai Crass e agli Hüsker Dü, tra le principali fonti di ispirazione di questi Poison Ruïn, da Philadelphia. La band è al debutto con questo ‘Härvest’, dopo due Ep, ed è appunto un concentrato di quanto ricordavo prima: voce roca, ritmi veloci da galoppo al rumore distorto, assoli minimal, brani brevi, ma intensi e produzione essenzialmente lo-fi. Questa può essere la sintesi del disco. Alcuni brani, poi, brillano particolarmente: “Torture Garden” ha un intro vagamente Black Sabbath, ricorda spudoratamente la meravigliosa “Symptom Of The Universe”, anche se poi esplode in una furia hardcore molto sporca nei suoni, con la voce del cantante e chitarrista Mac kennedy decisamente al vetriolo. Con la title track si cambia però registro perché la suddetta voce si ammorbidisce e ci troviamo di fronte a uno dei primi brani dei Sonic Youth mescolati ai Misfits o ai Minor Threat. La conclusiva “Slowly Through Tha Dark” è invece un brano strumentale con un sacco di effetti reverbero, cioè una rumorosa eco continua, ai limiti dello shoegaze. Questo per dire che c’è anche varietà sui temi musicali senza intaccare eccessivamente il sostrato sostanzialmente crust punk della band. Insomma, un buon disco rievocativo, ma comunque niente rivoluzioni.
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