HECATE ENTHRONED: Virulent Rapture
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20/12/2013Un silenzio lunghissimo, quasi dieci anni e chissà quanti di voi se n’erano accorti. La band inglese nella seconda metà degli anni novanta ricevette molte attenzioni da parte della stampa specializzata, quando la loro etichetta di allora (Blackend Records) mise in circolazione la notizia della presenza nel gruppo di fantomatici ex membri dei Cradle Of Filth, che in quegli anni troneggiavano la scena black metal. In realtà soltanto il cantante aveva avuto una brevissima parentesi nella band di Dani, ma ormai le attenzioni investirono gli Hecate Enthroned e come un’arma a doppio taglio, la cosa segnò il destino della band; da una parte la tanta pubblicità ricevuta, dall’altra le accuse di emulazione verso i rivali, con tanto di scherno in fase di recensione. Ma la storia poi ha fatto grande chiarezza sulle reali potenzialità delle due band, anche se 'The Slaughter Of Innocence' era e resta davvero un grandissimo disco. Chiusa parentesi, torniamo al presente; 'Virulent Rapture' è un buonissimo disco, che non sembra indebolito dai tanti anni passati lontani dagli studi di registrazione. Il guitar work si è fatto più robusto rispetto al passato, anche se non è mai stato il punto forte delle loro produzione, ma per fortuna le tastiere sono sempre brillanti e riescono a sostenere con forza tutti i brani dell’album. Dalla title track in poi il livello sale, le chitarre si fanno più incisive e la presenza di qualche voce femminile aggiunge fascino al tutto. Brani come "Of Witchery And The Blood Moon" coi suoi ottimi riff e la conclusiva "Paths Of Silente" ricca di parti sinfoniche e arpeggi di chitarra, ci mostrano una band in salute, che comunque merita rispetto, quantomeno per la voglia di continuare ad esprimere la propria arte.
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