ENTHRONED: Cold Black Suns
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30/04/2020Undici capitoli discografici, una carriera attiva dal lontano 1993 ed una dimensione più forse underground che di prima fascia per i belgi Enthroned. Gli anni sono passati, attraverso un lento cambiamento, partendo da una base di feroce black thrash, fino ad arrivare a qualcosa di certamente diverso. Dark Funeral e Marduk erano i parallelismi del passato, oggi a tratti presenti nelle sfuriate più estreme, ma certamente meno soffocanti come paragone. L'originalità, con il tempo è arrivata, forse inaspettata anche, per un project che sfuma con atmosfere bieche un sound ricco di cambi di tempo, esoterico ed ipnotico. Dai binari allora della nera fiamma partono nuove ed oblique divagazioni. Il vento soffia gelido, irretendo l'ascoltatore ed angosciandolo, ma le psicotiche e geniali digressioni strumentali arricchiscono il full-length. Corsa che svela anfratti sconosciuti, ricordi che si parano davanti e mostrano di sé tutta la drammaticità e complessità dell'esperienza vissuta. Cerimoniosità che ci trasporta in un rituale in cui diventiamo centro di oscuri presagi, tensione che si conficca nella testa e che fa confluire rancori e dolore, tanto da inibire ogni percezione sensoriale. L'eco della nostra anima si propaga nel silenzio di uno spazio nero, luce iraconda illumina tetra nebbia su cui ci poggiamo, lasciando alle spalle ogni angoscia. Cold Black Suns è un sole bianco e freddo che in lontananza pulsa, magma in movimento a cui tendiamo, contemplazione di qualcosa di affascinante ma remota. Full-length che racchiude i vari lapilli di genialità di una band forse troppo poco considerata, le cui espressioni ormai vanno oltre certi stilemi. Vi consigliamo allora vivamente un disco di qualità assoluta, figlio di esperienza e di un percorso lento, per cui è valsa la pena aspettare.
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