DARK FORTRESS: Venereal Dawn
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07/09/2014Era da un po' di tempo che non si avevano notizie dei Dark Fortress, ensamble black metal tedesco in pista da oltre due lustri che quest'anno raggiunge il considerevole traguardo del settimo album. Molte esperienze si sono presentate ai diversi membri dei Dark Fortress nei quattro anni che ci separano da quell'Ylem' del 2010, soprattutto per Victor Santura, che fra la propria attività di produttore e l'onere delle sei corde nei Triptykon si è decisamente tenuto impegnato. Cos'è dunque accaduto ai Dark Fortress in questi anni? 'Venereal Dawn' è un concept album di 68 minuti, esteticamente imponente, basato fondamentalmente sul rapporto che intercorre fra la propria salvezza e quella altrui in situazioni critiche ed inevitabili innanzi alla morte. La durata media dei pezzi è di sette minuti, la produzione, sempre ad opera del factotum Santura, è ineccepibile, impegno e fatica trasudano da questo album; eppure non convince appieno. Prolisso e manieristico, 'Venereal Dawn', nonostante la sua complessità, non ha il mordente dei suoi predecessori usciti nel 2008 e nel 2010, nonostante sia frutto di un lavoro che con tutta probabilità, a prescindere dai progetti di cui si è già fatta menzione, è durato il doppio rispetto al tempo intercorso fra 'Eidolon' e 'Ylem'. Non bastano vocoder di Focusiana memoria, nè refrain in Nahuatl a fare grande un disco che di imponente ha unicamente il minutaggio, e dispiace dover affermare ciò per un album che come già detto è sicuramente frutto di un enorme impegno. Tralasciando dunque tutti gli orpelli, seppur interessanti, che caratterizzano l'opera, resta ben poco, e nulla comunque che non possa esser ascoltato nei precedenti dischi. Ciò è un vero peccato, perchè i Dark Fortress sono forse l'unico gruppo black metal "popolare" (parliamo del supporto di una sorta di major come Century Media, non delle numerose etichette valide seppur legate all'underground) che ancora sa proporre qualcosa di interessante. Non ci soffermeremo sugli aspetti intrinseci dell'opera, essi saranno approfonditi da coloro che si procureranno il disco; poniamo invece l'accento sull'aspetto riguardante un'occasione persa per riproporsi in grande stile, come avvenuto in precedenza, con un disco che per la prima volta non spinge più distanti i confini di una bella ed interessante carriera musicale
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