ABATON: Hecate
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30/05/2012Nati nel 2010 per mano di Silvio, Matteo e Damiano, il collettivo Abaton non è uno di quelli che si perde in chiacchiere, e la loro proposta graffiante e bestiale per chiarire subito le cose. Siamo dinanzi ad un disco compatto, mezz'ora in cui le sonorità che avvertiamo sono subito quelle assimilabili ad act come i nostrani The Secret (con cui hanno diviso anche il palco). La loro espressione musicale non si ferma però a questi riferimenti, ma va avanti attraverso esplosioni quasi postcore, imbevute dall'andatura scorretta di un certo black metal, quello appartenente alla frangia più moderna. Si può notare, infatti, la presenza di stacchi e influenze tipiche di un genere come lo sludge, ovvero di chitarre schiantate al suolo in modo ossessivo e lento, e triturate senza pietà d'improvviso in uno schema ritmico solido e lacerante. Come per poche altre uscite della sua label, a far capolino è la voce del boss della Lo-Fi nella traccia di chiusura: un inno funereo e spettrale si fa avanti, flettendosi d'improvviso sul terzo minuto, e creando un muro di suono che fa ben intendere i piani di questi ragazzi.
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