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SOUL DOCTOR

La prima discesa italica dei Soul Doctor era un avvenimento che il Motorock As non ha di certo voluto farsi scappare, ed è così che grazie all'intervento di Bologna Rock City e dell'associazione culturare Black Dahlia il tutto ha felicemente avuto esito, incastonato in una stupenda serata trascorsa sull'onda del puro ed incontaminato hard-rock di classica fattura. Ma ecco il dettaglio della stessa... [HOMERUN] Sono le 23.30 circa quando i rockers lombardi Homerun, forti dell'ingresso in formazione dell'ex chitarrista dei Borgogna Pierpaolo Buzzi e dell'attuale drummer dei Longobardeath Giorgio "Giurgin" Annoni, salgono sul palco dando il via con "Full Throttle" a quella che si rivelerà un'ottima esibizione live. Contraddistinti da un buon tiro rock nella riproposizione dei pezzi di proprio repertorio (tra cui mi sento di citare le ottimamente eseguite Right Now [NaNaNa]" e "I Wanna Rock You", inserite nel loro promo di prossima uscita), il quintetto dimostra di aver assimilato a dovere le lezioni impartite dai propri maestri di percorso quali Gotthard e simili, sciorinando con disinvoltura una manciata di brani pressoché irresistibili che non hanno mancato di coinvolgere gli spettatori presenti. Nessuna sbavatura degna di nota, nessun particolare calo di concentrazione, nessuna nota stonata nell'esecuzione dei componenti trainati dalle grintose parti vocali del singer Matt Albarelli: la degna apertura di una serata coi fiocchi insomma, che ha avuto negli Homerun il suo ideale punto di partenza. [PLANETHARD] Dopo aver assistito con fascino allo studio report tenutosi nella scorsa estate come presentazione del nuovo full-lenght di prossima uscita, nessun dubbio aveva offuscato la mia mente nella scelta della seconda band della serata dedicata ai Soul Doctor, scelta che ovviamente era caduta sulla scatenata combriccola guidata dal carismatico singer Marco Sivo. Non mi dilungherò in inutili parole per sottolineare senza mezzi termini che quella dei Planethard è stata un'esibizione semplicemente esplosiva, la quale non ha mancato di lasciare a bocca aperta più di uno spettatore, allibito di fronte all'immensa carica del quartetto nostrano. L'esibizione si è ovviamente concentrata sullo svolgimento dei brani inclusi nel già discusso full-lenght (attualmente in fase di presentazione alle varie labels del settore), composizioni che non hanno mancato di mettere letteralmente a ferro e fuoco il palco di un Motorock As voglioso di grande musica, e soddisfatto nel palato da un gruppo che, mai come in questa serata, aveva dimostrato di saper tenere con professionalità e ovvie capacità le redini di una data di spessore come quella ivi discussa. Songs di grande impatto, ritornelli trascinanti, esecuzioni adrenalitiche e piene di energia: la perfetta alchimia del gruppo destinato a far parlare di sé anche nel prossimo futuro, che si annuncia subito già grande grazie all'attesa apertura live del concerto milanese degli Europe del prossimo 23 gennaio. Un avvenimento davvero da non perdere, così da rendersi personalmente conto della validità di questi meritevoli ragazzi. [SOUL DOCTOR] Inutile dire che appena mi è stato proposto il nome di Tommy Heart per un'eventuale data al mitico Motorock As ho rischiato un qualcosa a metà tra l'infarto e la pura perdita di cognizione, fattore che dopo un breve periodo di riflessione ha lasciato invece posto alla immensa gioia di poter ammirare finalmente dal vivo il grande vocalist teutonico nella veste di frontman dei propri Soul Doctor. Inutile dire che la band al completo ha saputo incanalare sul palco del club lombardo tutto quanto di buono intravisto all'interno dei tre album sin qui rilasciati, tre dischi rivisitati con intelligenza in un'ottima scaletta che ha saputo ripercorrerli in maniera completa ed esaustiva. Aperte le danze con la graffiante "Get It On", tratta da "Systems Go Wild" del 2003, il concerto entra nel vivo grazie ai brani tratti dall'ultimo "For A Fistful Of Dollars", quali ad esempio le rockeggianti "Best Way To Fade", "Under Your Skin" e "Eating On Me". Un Tommy Heart in chiara e visibile forma fa da autentico anchor-man per un gruppo affiatato e voglioso di coinvolgere gli accorsi all'evento, i quali dimostrano di apprezzare la classe e l'esperienza facente capolino ai quattro artisti germanici evitando di lesinare i propri gratuiti e meritati applausi. Ed è in questo contesto che Chris Lyne, Jogy Rautenberg e Michael Wolpers danno il meglio di sé stessi, dando vita ad un'esibizione positiva sotto tutti i punti di vista, partendo dalla classica capacità di tenere il palco e sino ad arrivare all'energia sprigionata nella riproposizione delle proprie composizioni. Una grande serata insomma, i cui dovuti ringraziamenti vanno allo staff del Motorock As, ai ragazzi di Bologna Rock City e agli addetti dell'associazione culturale Black Dahlia. Una rock night in cui ha brillato la stella di un grandissimo nome come quello di Tommy Heart, supportato a dovere da musicisti preparati e da due nostri meritevoli outsiders quali Planethard e Homerun.

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