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ROCK OVER MUNICH

Il Rock Over Munich ha rappresentato un vero e proprio esempio di quello che dovrebbe essere un festival hard-rock, una kermesse curata alla perfezione in tutti i suoi aspetti culminata in un vero e proprio sold-out event, il quale già da ora è stato confermato per quanto concerne la seconda edizione provvisoriamente in programma per l'inizio del 2010. [M.ILL.ION] Persi purtroppo i Dark Sky a causa di una lunga colonna incontrata in autostrada a causa dell'immancabile incidente automobilistico, giungiamo all'interno di un Metropolis già colmo a metà pomeriggio (capito italiani? perché i concerti non sono rappresentati solo dagli headliner!) nel bel mezzo dello show degli svedesi M.illi.ion, band che avevo già avuto la fortuna di assaporare poco più di un mese prima al Motorock As in una delle due tappe del loro tour tricolore. Anche in terra germanica Ulrich Carlsson e soci hanno dato dimostrazione di grande solidità e coesione, caratteristiche oramai ben assimilate da un gruppo temprato dai numerosi anni di carriera, ottimamente rappresentati da una corposa discografia attualmente suggellata dall'ultimo e solido 'Thrill Of The Case'. La loro miscela, posta a metà tra quadrato e magniloquente hard-rock e cavalcate degne dei migliori Motörhead, ha dato chiaramente il meglio di sé anche sull'importante palco del Rock Over Munich, strappando i primi sinceri applausi di un pubblico che ha dimostrato di gradire appieno la grinta di un preparato e meritevole quintetto. [DOMINOE] I Dominoe, probabilmente, sono stati la vera delusione di un festival assolutamente riuscito. Certo la band teutonica si presentava menomata da una serie di fattori tutt'altro che secondari (primo fra tutti il precario stato di salute del singer Jörg Sieber, qui aiutato dal coinvolgimento di altre due voci tra cui quella di Jane Bogaert), ma ciò nonostante l'esibizione della band in toto è risultata piuttosto scialba e non del tutto convincente, e questo nonostante una scaletta che ha dimostrato di saper ben pescare i propri estratti sia dagli storici episodi della propria discografia, sia dall'ultimo (e piacevole) 'The Story Is Far From Told...', lavoro che sembrava (almeno per quanto riguarda la performance in studio) aver ridato nuova linfa alla formazione continentale. Purtroppo, come già detto in precedenza, la altalenante forma vocale di Jörg Sieber e le tutt'altro che convicenti esibizioni dei suoi due alter ego (con tanto di sottolineatura per la incostante Jane Bogaert, tanto brava su disco quanto irriconosibile on-stage) non hanno potuto salvare più di tanto una prova on-stage sicuramente da dimenticare, e ciò nonostante un positivo gusto melodico alla base della proposta musicale del gruppo in sé. Rimandati insomma, in tutto e per tutto. [STAGE DOLLS] L'impazienza con cui il sottoscritto attendeva l'appuntamento con gli Stage Dolls, da sempre una delle mie band preferite all'interno della scena rock melodica scandinava, può essere comparata a quella di un bambino dell'asilo nelle immediate vicinanze del Natale, una sensazione che ha finalmente trovato sfogo grazie ad un concerto in grado di regalare delle grandi soddisfazioni a tutti i fans accorsi per l'occasione. Certo un eccessivo uso di cori campionati, utilizzati per sopperire alla scarsa attitudine vocale dei musicisti al fianco del sempreverde Torstein Flakne, ha laccato eccessivamente un sound che avrebbe forse giovato di un approccio più genuino per quanto concerne la sua veste live, ma ciò nonostante il grande tiro sonoro di grandi capolavori come "Love Cries", "Commandos", "Wings Of Steel" e "Heart To Heart" ha saputo catturare magicamente un pubblico oramai più che folto, il quale ha dato dimostrazione di grande partecipazione anche nel corso delle più recenti (ma gettonatissime) "Get A Life" e "You're The One", intelligentemente affiancate da un paio di promettenti inediti inseriti all'interno dell'oramai imminente nuovo lavoro in studio. Una grande band, che aspettiamo fiduciosamente al varco per quanto concerne il proprio nuovo capitolo discografico. [TREAT] I Treat, oramai, sembrano aver optato per una scelta ben precisa: diluire le proprie apparizioni live in radi e ben oculati eventi, così da ottimizzare al meglio i tempi di alcuni componenti del gruppo tra lavoro, vita privata e lato artistico. Una scelta che anche al Rock Over Munich sembra aver indiscutibilmente pagato dazio, restituendo una band energica, in palla e particolarmente frizzante, il tutto aiutato dalla buona cura del sound generale da parte dei tecnici audio dell'evento. Quello che può essere affermato senza timore di smentita alcuna, è che la formazione scandinava in toto ha saputo tenere banco alle notevoli aspettative covate dai propri numerosi fans, sciorinando con il piglio dei navigati volponi della scena tutti i loro più acclamati inni musicali, inclusi alcuni tra i più recenti e convincenti inediti quale la anthemica "I Burn For You". Tutta la line-up in toto ha dato dimostrazione di grande solidità in tutti i circa cento minuti di concerto totali, con una particolare citazione dedicata all'instancabile e possente drumming del bravo Jamie Borger, mai domo nel trascinare con forza e ritmo un gruppo sensibilmente in preda a quella che potrebbe essere considerata una vera e propria seconda giovinezza. Il classico bis di rito altro non ha potuto rappresentare se non la ciliegina sulla torta di un festival perfettamente riuscito in tutte le sue parti, contraddistinto dalla magica atmosfera respirata anche all'interno dei momenti di stacco posti tra le varie esibizioni delle band, forse il sintomo più chiaro ed evidente di un evento memorabile che rimarrà senza dubbio impresso per molto tempo nel cuore di tutti i presenti. Grazie Rock Over Munich per questa favolosa esperienza, e arrivederci al prossimo anno per quella che speriamo sia una nuova e vincente edizione.

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