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R.E.M.

Dopo circa 3 anni dal loro ultimo tour mondiale per Around The Sun, ecco che al band di Athens (Georgia) torna a calcare le scene di tutto il mondo per il supporto alla loro ultima creazione Accelerate. Il loro ultimo lavoro, molto veloce e rockettaro rispetto al precedente disco, è un po' un ritorno alle origini della loro carriera e il pubblico non si può che aspettare molta energia dalla band sul palco. Per questo tour i R.E.M. hanno deciso di toccare l'italia in ben 7 date (Perugia [20/7], Verona [21/7], Napoli [23/7], Udine [24/7], Milano [26/7], Bologna [26/9] e Torino [27/9]) e la mia scelta di presenziare come loro accanito fans non poteva che ricadere su quelle che prometteva maggiore atmosfera: l'arena di Verona. Ecco che quindi con la mia carissima amica Aly, con la quale non mi sono perso un concerto della band americana da anni a questa parte, ci mettiamo in viaggio per la città scaligera a bordo del suo bellissimo cabrio. Dopo aver affrontato le "impervie" autostrade italiane, dove ogni volta vedo manovre che mai avrei potuto immaginare possibili e le code sono garantite, ecco che giungiamo a Verona in tempo per goderci 4 passi nel centro storico e partecipare al rito propiziatori del tocco della tetta di Giuglietta. Intanto in giro si iniziano a vedere un po' di persone che sfoggiano magliette dei R.E.M. e ci si accorge che la città si sta preparando lentamente per lo show che è un tutto esaurito da tempo. Alle 20 ci accingiamo ad entrare nell'Arena e mi accorgo che aver preso i biglietti con posto numerato è stata un'ottima mossa: zero coda e tranquillità di non dover far bagarre per riuscire ad ottenere una visuale buona sul palco che troneggia davanti ad una curva dell'arena stessa. La gente affluisce costante e nell'attesa dei R.E.M. il pubblico è intrattenuto per poco meno di un'ora dalla band inglese Editors. Gli Editors sono giunti alla pubblicazione del loro secondo album nel giugno 2007 e si sono proposti come una delle novità più interessanti della scena d'oltremanica suonando un pop-rock che miscela i primi U2 con i Coldplay e, perché no, con i primi R.E.M.. Nel tempo a loro disposizione gli Editors fanno il loro dovere e si fanno apprezzare soprattutto grazie alla bella e profonda voce del vocalist, riuscendo a coinvolgere con successo il pubblico (fra cui si poteva notare qualche fans della band inglese con maglietta del loro ultimo tour). Archiviata la band di supporto dobbiamo aspettare circa una mezzora prima che i R.E.M. salgano sul palco e il pubblico per passare il tempo si fa prendere anche dalla mania della ola, ripetuta più volte. Ma ecco che con il calare delle prime ombre sull'Arena si accendono i riflettori e sale sul palco il terzetto americano, accompagnato sempre dai fidi musicisti di supporto Scott McCaughey alle chitarre e basso e Bill Rieflin alla batteria. Giusto il tempo di prendere in mani i relativi strumenti ed ecco che il concerto ha inizio. Si parte subito di gran carriera con il passato con "These days" (Life's rich pageant) per affiancarlo al presente dalla band con "Living well is the best revenge" (Accelerate). Il pubblico apprezza e accompagna la band passo passo tenendo il ritmo con le mani e con la voce, apprezzando come sempre la grande capacità di Stipe nel muoversi sul palco, quasi a creare uno spettacolo nello spettacolo attraverso le sue movenze e la sua mimica. Si continua con ritmi elevati, a conferma del ritorno ai ritmi veloci della band americana, con "Bad Day" (In Time) e "What's The Frequency, Kenneth" (Monster), ma poi si rallenta un attimo con la bellissima "Drive" (Up). Fra una canzone e l'altra il pubblico non sa mai cosa aspettarsi dopo perché, come stanno facendo dall'inizio del tour, i R.E.M. cambiano almeno un terzo della scaletta ogni volta e amano spaziare in lungo ed in largo all'interno della loro discografia, cercando di metterci il più possibile e riproporre brani diversi di volta in volta. Questo non può che fare piacere al pubblico sia perché se si ascoltano più concerti si è sicuri che si vedrà uno spettacolo diverso, sia perché se uno ha una canzone preferita che non è una di quelle "immancabili" è possibile che riesca a sentirla live lo stesso. Ecco infatti che spuntano dal cilindro "Wolves, lower" (Chronic Town), "Ignoreland" (Automatic For The People) e "Coyahoga" (Life's Rich Pageant), intervallate prima di quest'ultima dalla nuova e lenta "Houston" (Accelerate). Passato questo momento particolare e con il pubblico caldissimo ecco che si butta in un quintetto di canzoni che hanno segnato il passo della carriera dell band americana: si parte con "Electrolite" (New Adventures In Hi-Fi) per poi continuare con "The Great Beyond" (Man On The Moon soundtrack), "Strange Currencies" (Monster), "Walk Unafraid" (Up) e "The One I Love" (Document). L'arena è un tutt'uno con la band, gli applausi e la gente che segue ballando o anche solo battendo il piede per terra o la mano sulla gamba non si riesce a contare talmente è numerosa ed il tutto è supportato da un Mike Mills che si avvicina al pubblico salendo sugli spalti dell'arena mentre suona il suo fedele basso sino a giungere a pochi centimetri dai fans in chiaro visibilio. Un attimo solo per dissetarsi ed ecco che la band è pronta a ricominciare ripartendo ad una canzone particolare e molto coinvolgente dal vivo, "Country Feedback" (Out Of Time), nella quale la scena e tenuta da Peter Buck che esegue un assolo di chitarra sotto uno sguardo estasiato dello stesso Stipe. A questo assolo fa seguito, dopo qualche secondo di pausa, una bellissima versione solo acustica di "Let Me In" (Monster), eseguita solo con pianoforte e chitarre, ed un'altrettanto rara da ascoltare dal viso "Star 69" (Monster). La band decide di ritornare al presente con una coppia di estratti dall'ultimo lavoro ed ecco quindi la possente "Horse To Water" (Accelerate) e la veloce e coinvolgente "I'm Gonna Dj" (Accelerate), a dimostrare ancora una volta che il loro ultimo disco contiene brani che dal vivo hanno una forza e una carica esplosiva. Abbiamo già raggiunto quota 20 nel numero di brani sino ad ora eseguiti e qualcuno inizia già ad aspettarsi l'uscita di scena della band, prima chiaramente del classico bis di rito. Ma prima che questo accada c'è tempo per altri due brani molto importanti, stiamo parlando di "Orange Crush" (Green), una delle mie preferite, e "Imitation Of Life" (Reveal), che chiude la prima parte del concerto. La band saluta e si ritira dietro le quinte mentre il pubblico inizia subito a chiedere il bis e il ritorno dei propri beniamini sul palco. Passa qualche minuto ed eccoli rientrare per allietare ancora un po' il pubblico giunto a Verona. Si parte con "Supernatural Superserious" (Accelarate), singolo estratto dall'ultimo lavoro, seguita dal cavallo di battaglia numero uno della band: "Losing My Religion" (Out Of Time). Il bis prosegue con un salto nel passato lontano con la particolare "7 chinese bros." (Reckoning) e la velocissima ed apprezzatissima "It's The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine)" (Document). Eccoci giunti alla fine con la canzone che solitamente chiude tutti i concerti dei R.E.M. da un po' di tempo a questa parte: "Man On The Moon" (Man On The Moon soundtrack). Si dice che questa scelta sia legata al fatto che sia la canzone preferita da Stipe, non so se sia vero o meno, certo è che sicuramente è una delle preferite dal pubblico, che quindi non può che apprezzare questa decisione. Finito anche questo brano i R.E.M. salutano il pubblico fra gli applausi convinti e contenti di chi sa di aver apprezzato un ottimo concerto e di aver ritrovato uno dei propri gruppi preferiti al massimo della forma. I R.E.M. Continuano a fare centro dal vivo e per chi volesse ascoltarli consiglio di prendere nota della date che ho riportato all'inizio del report, tenendo conto che Milano è già sold out, oppure di recarsi sul sito ufficile rem hq per vedere anche le date estere (ve ne sono un po' vicine ai confini italiani). Per concludere giusto una curiosità: in questo concerto i R.E.M. hanno praticamente toccato tutta la loro discografia, ma non hanno fatto nessun brano del loro penultimo lavoro Around The Sun. questa "anomalia" è presente in quasi tutti i concerti di questo tour della band e viene spontaneo pensare che stia ad indicare che la svolta di Accelerate rispetto al disco precedente è radicale, e che i ritmi lenti e blandi di Around The Sun poco si adattano al taglio che la band ha voluto dare a questo suo tour. SETLIST 01. These Days 02. Living Well Is The Best Revenge 03. Bad Day 04. What's The Frequency, Kenneth 05. Drive 06. Wolves, Lower 07. Ignoreland 08. Hollow Man 09. Cuyahoga 10. Houston 11. Electrolite 12. The Great Beyond 13. Strange Currencies 14. Walk Unafraid 15. The One I Love 16. Country Feedback 17. Let Me In 18. Star 69 19. Horse To Water 20. I'm Gonna DJ 21. Orange Crush 22. Imitation Of Life -- Encore 23. Supernatural Superserious 24. Losing My Religion 25. 7 Chinese Bros. 26. It's The End Of The World As We Know It (And I Feel Fine) 27. Man On The Moon

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