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PROTEST THE HERO

Si pensava che il Traffic non avrebbe retto all'urto dei Protest The Hero dopo il sold out dello scorso Gennaio a Milano, invece nonostante le ottime prevendite il locale ha retto bene. Tantissimi i ragazzi accorsi, la serata è di quelle da non perdere, ma noi purtroppo perdiamo la performance dei grandi Destrage, la band italica che sta facendo benissimo sotto l'ala della Metal Blade. Peccato perchè siamo certi che in termini di impatto non sarebbero stati certamente inferiori agli inglesi The Safety Fire. Prima però parliamo del piacevole e atmosferico progressive metal dei The Contorsionist. La band statunitense non si perde in movenze sceniche o altro, si rannicchia in un angolo da dove lentamente crea le sue atmosfere sonore che attingono dai Dream Theater ai Between The Buried And Me, passando per i Cynic. Quest'ultima è senza dubbio l'influenza maggiore ed è un piacere perdersi nelle sfumature fusion create dalle due chitarre e dal basso. Il tutto poi viene spazzato via dalle urla del frontman Michael Lessard, decisamente più incisivo quando deve dar sfogo alla tensione sonora lentamente preparata nella prima parte dei brani. Decisamente più interessanti degli inglesi The Safety Fire, non che la band non sia valida, ma considerando che il Mathcore proposto ricalca molto quello degli headliner, non siamo rimasti a bocca aperta. Divertiti si però, dal modo allegro e allo stesso tempo aggressivo di suonare pezzi di immediato impatto dal vivo, per la gioia del giovane pubblico che finalmente può divertirsi con qualche circle pit. I chitarristi si alternano sui lati del palco oltre che negli assoli, entrambi maneggiano lo stesso modello di Wirebird, cambia solo il colore, mentre i cambi di ritmiche e tempi ci sono sempre. Bravi dunque, ma dopo di loro salirà sul palco una delle band simbolo dell'ondata mathcore mondiale, che a quasi dieci anni dall'uscita di 'Kezia' sta conquistando i nuovi giovani metalkids di tutto il globo. Rody Walker e compagnia pazzoide sono una macchina perfetta, un ingranaggio che sembra stia per rompersi da un momento all'altro ma che invece genera musica incredibilmente intelligente e tentacolare coi suoi continui cambi di tempi e d'umore. Equazioni in musica, insegnate ad un pubblico in delirio dalla prima “Sequoia Throne” fino alla conclusiva “Bloodmeat” entrambe estratte dal secondo 'Fortress'. In mezzo ci godiamo “Plato's Tripartite” e “Clarity”, opener dell'ultimo 'Volition', album che ha ricevuto una risposta pazzesca alla campagna di fundraising per la realizzazione del disco, prova quest'ultima del livello di fama raggiunto dalla band canadese. Poco da aggiungere, se non dedicare due righe al pubblico. Mai viste tante maglie non nere ad un concerto metal, così come tante camicie a quadri, frangette e facce carine. La linea che il movimento Math e Metalcore in generale stanno tracciando è davvero evidente e interessante da approfondire, magari in altra sede. Molti di quei ragazzi rimarranno al di qua di questa linea immaginaria mentre altri la oltrepasseranno verso direzioni più classiche o estreme. In ogni caso, il fatto inopinabile e positivo è che il Metal continuerà a coinvolgere tanti nuovi giovani.

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