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NERVOSA + BURNING WITCHES

Confesso di avere qualche pregiudizio nei confronti delle band metal totalmente formate da elementi di sesso femminile, e mi scoccia ammetterlo. Ma è un dato di fatto che non avrei mai preso i biglietti per questo concerto se non fosse stato che doveva aver luogo a febbraio scorso, cioè in un periodo in cui, causa pandemia, non succedeva un granchè. Poi anche questo show fu rimandato a data più opportuna (agosto) e mi faceva troppa fatica chiedere il rimborso, cosi ho deciso di andare comunque. I Nervosa si portavano almeno dietro una fama di feroce velocità e le Burning Witches dovevano essere semplicemente di contorno, utili al più per convincere la mia compagna di concerti (e del resto) a presenziare. Deve essere l'effetto di essere cresciuti con Doro Pesch come unico punto di riferimento femminile del genere, poi sono venute svariate tastieriste e voci soprano, ma con le donne sempre relegate in determinati ruoli nel genere. Infine venne Angela Gossow e qualcosa cambiò, ma evidentemente non abbastanza ancora da superare certe resistenze. Pumpehuset oltre a due palchi dentro il locale (a seconda delle dimensione dell'evento) ha anche un palco all'aperto, e già dal pomeriggio si esibivano qui band locali senza necessità di biglietto d'ingresso. Complice la serata estiva, lo spazio all'aperto del locale era gremito di gente poco prima che iniziasse il concerto al chiuso. Dire che le Burning Witches siano state una sorpresa non rende pienamente l'idea. Il tempo durante il primo paio di pezzi di mettere a punto il sound e la potenza del loro classico heavy metal, accompagnato dall'ugola dell'olandese Laura Guldemond (la band è per il resto costituita da elementi elvetici) si sprigiona per il locale, suscitando subitanea adrenalina. Tutto nel loro sound, il loro apparire e la loro gestualità risulta irresistibilmente priestiano, senza dare la sensazione di plagio o mera imitazione, ma aggiornato e modernizzato con una dose di entusiasmo di cui sarebbe capace solo chi ci crede davvero, o attrici di consumata abilità. L'effetto è stato talmente travolgente che propendo senza titubare per la prima ipotesi. I Nervosa, band originariamente brasiliana, ma oggi costituita da elementi di quattro nazionalità differenti (l'originale Prika Amaral, la misteriosa italiana Mia Wallace, la spagnola Rocio "Diva Satanica" Vazquez e l'argentina Nanu Villalba, sesta batterista in dodici anni) tengono fede alla loro fama: thrash metal veloce, un po' troppo semplicistico come spesso accade agli act del genere ad una sola chitarra, ma complice soprattutto la minuta Diva Satanica e la sua voce lacerante, autori di una performance di notevole intensità. La cantante domina la scena con la sua presenza, vocale e fisica dato il costante movimento sul palco. C'è spazio per un piccolo siparietto per il compleanno dell' appena subentrata batterista, ma è un brevissimo momento di leggerezza in un contesto ferale. Nulla davvero da eccepire sulla prestazione dal vivo, le uniche riserve del sottoscritto riguadano la già citata presenza di una sola chitarra che penalizza il genere e determina il prevalere di misura della band di supporto, in una serata da ricordare. 

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