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KREATOR - CELTIC FROST

I primi a calcare le assi del palcoscenico, puntualissimi, sono i Watain che per una mezzora tengono buoni i presenti (ancora poco numerosi in verità) con il loro coinvolgente black metal ricco di riferimenti epici e maestosi. Il terzetto svedese (quintetto in sede live) si guadagna la pagnotta con una prova onesta e convincente, frutto di una manciata di canzoni eseguite con la giusta cattiveria. Ottima in particolare “I Am The Earth”. Di poco più lunga la performance dei Legion Of The Damned, quartetto olandese dedito ad un thrash/death metal d’assalto, che soprattutto nelle esibizioni dal vivo dovrebbe fare sfracelli. Dico dovrebbe, perché personalmente non sono rimasto coinvolto più di tanto dallo show dei quattro tulipani, anche in considerazione di canzoni che ho trovato piuttosto piatte e ripetitive, per quanto decisamente ben suonate e costituite su solide basi ritmiche. Bene comunque “Werewolf Corpse” e “Infernal Wrath”. Sono le 20.30, quando sul palco del Rolling Stone salgono i Celtic Frost, un pezzo di storia metal e sicuramente il gruppo più atteso della serata (certo, anche più dei Kreator), visto il recente come back con il nuovo “Monotheist” album per certi aspetti controverso ma non certo un lavoro da tutti i giorni, visto il blasone della band. Ad accoglierli, il fondale scenico migliore possibile, il demonio pronto a scagliarci addosso il più blasfemo dei proiettili: è sull’immagine di “To Mega Therion” infatti che si staglia l’esibizione del combo svizzero, ed è proprio dallo stesso sensazionale disco che vengono estratti i pezzi migliori della serata. A parte l’inguardabile copricapo, Tom G. Warrior si dimostra in forma discreta, riuscendo a caratterizzare ogni brano col proprio personalissimo timbro, per non parlare dei classici “Uh!” da sempre trademark del frontman elvetico. Ovvio, l'età comincia a farsi sentire anche per lui, ma l'attitudine è fortunatamente quella di sempre. Da applausi anche la prova di Martin Ain, l’altro reduce dei migliori Celtic Frost, che può vantare una presenza scenica davvero imponente e una capacità d’interazione col pubblico maggiore perfino di quella dello stesso Warrior. In tutto, un’ora di concerto, costantemente in bilico tra thrash, doom, black e atmosfere infernali, dove gli apprezzati grandi classici “Usurper”, “Necromantical Screams”, “Procreation (Of The Wicked)”, “Circle Of The Tyrants”, si sono alternati a composizioni più recenti ("Synagoga Satanae"), sicuramente ben eseguite, ma senza il fascino delle hit più note. Dopo un repentino cambio di set, è il turno dei Kreator (co-headliner), che si presentano con la line up ormai consolidata e vincente degli ultimi due dischi. Il quartetto tedesco ci mette veramente poco a mettere a ferro e fuoco il Rolling Stone, perché i tre colpi sparati in apertura sono un mix letale di nuovo e vecchio materiale: “Violent Revolution”, “Pleasure To Kill” (“Are You ready to kill each other?”), “Enemy Of God”, sono brani che trasformano subito il pit in un marasma riconosciuto e apprezzato dallo stesso Petrozza. Proprio il carismatico frontman si dimostra ancora una volta un monumento nel campo delle esibizioni live, trascinando costantemente il pubblico e sgolandosi a più riprese nell’annunciare i brani. “People Of The Lie”, tratta dal buon “Cause For conflict”, e “Suicide Terrorist”, dall’ultimo acclamato “Enemy Of God”, sono altre due sassate che colpiscono e lasciano il segno, ma è con “Extreme Aggression” (”Can you feel the aggression in the air?”)che i Kreator fanno i danni maggiori, grazie ad una sezione ritmica come al solito cruda e spietata (Ventor è sempre Ventor). Giù il cappello poi dinnanzi alla sempre terribile “Phobia”, a “Betrayer” (impressionante) e all’autocelebrativa “Reconquering The Throne”, che sembra voler chiudere anticipatamente lo show. Fortunatamente c’è tempo ancora per una manciata di brani, così i nostri possono rincarare la dose prima con “Impossible Brutality” (forse il pezzo meno convincente del lotto) e poi con l’accoppiata (accoppata) finale “Flag Of Hate”/”Tormentor”, che chiude un concerto senza pecche e conferma i Kreator come una delle formazione di punta della scena thrash europea. Adesso c’è solo da aspettare il nuovo disco. Kreator Setlist: Violent Revolution Pleasure To Kill Enemy Of God People Of The Lie Suicide Terrorist Extreme Aggression Phobia Betrayer Voices Of The Dead Reconquering The Throne Impossible Brutality Flag Of Hate Tormentor

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