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SATYRICON

E’ in un tour bus fiocamente illuminato e adibito a stendibiancheria che incontriamo Frost, batterista dei Satyricon e figura leggendaria del panorama black metal norvegese. Nonostante l’aurea lugubre che il nostro si è sempre portato dietro, Frost è gentilissimo e cordiale (e anche più che esaustivo nelle risposte!), e la mezz’ora con lui fila via in un batter d’occhio.

Frost: Hey, benvenuto, e scusa per la roba stesa, ahahah, è una rottura fare il bucato, ma d’altro canto…
HS: Nessun problema! Allora, iniziamo dalle reazioni al vostro ultimo disco, ‘Satyricon’. Ha ricevuto molte critiche, perché era troppo ‘lento’ e bla bla bla, cose che mi sembrano un po’ narrow minded, se devo essere onesto…Ah, non ci interessa (risate). Non siamo qui per l’entertainment. Come reagisce la gente a quello che facciamo non è il nostro campo; ovviamente siamo felici se ci viene riconosciuto qualcosa, ma quando facciamo uscire qualcosa c’è un altro scopo. Ora, se quello che fai è appunto entertainment, dipendi completamente dal favore della gente. Giusto?
 
Assolutamente. Frost: Questo è un lato. Fai le cose in base alle aspettative, e reagisci e crei in base a quelle che tu pensi possano essere le aspettative. Noi siamo guidati una visione del fatto che i Satyricon siano la nostra arena, scriviamo musica per noi, vogliamo far crescere il progetto, ci piace imparare e migliorare, e rimetterci in gioco con qualcosa che sentiamo essere corretto con quello che dovrebbe essere un gruppo black metal. Ma sappiamo che le opinioni possono essere di tutti i tipi. Se sappiamo di aver messo anima e corpo in un disco, tecnicamente e spiritualmente, comunque vada finirai per raggiungere molte persone, come ha fatto il nostro ultimo disco…
 
Siete finiti al primo posto della classifica Norvegese, giusto? Frost: Si, esatto, e ci sarà un motivo. Devo essere onesto, non sapevo di tutto questo astio per il disco qui in Italia finchè il tuo collega che ha fatto l’intervista prima di te non me lo ha menzionato; è strano perché in questi mesi abbiamo fatto molte interviste, ma so che c’è sempre questo rischio, l’ambiente metal è estremamente conservatore e convenzionale, che è una cosa che odiamo. Il black metal è nato dalla creatività e noi vogliamo continuare con questo percorso; non c’è dubbio che continueremo a infondere oscurità nella nostra musica, è pur sempre musica heavy e dark. Dobbiamo essere noi a sviluppare il gruppo, non i fan, e questo sicuramente porterà alcuni ad allontanarsi da noi e altri ad avvicinarsi ancora di più. Va anche detto, in merito agli italiani, che è un pubblico…caldo, ahahah, e questo potrebbe spiegare la differenza di reazione, immagino che molti italiani reagiscano in modo molto impulsivo a qualsiasi cosa, ma il nuovo disco ha bisogno di 10, 20, 50 o forse 100 riproduzioni per essere apprezzato del tutto, perché non è convenzionale. E’ molto vario, è un viaggio nel mondo dei Satyricon, c’è freddo e caldo, luce e buio, giorno e notte. Quindi la reazione immediata al primo ascolto immagino possa essere traumatica; immagino che in Norvegia la gente sia più aperta, ahahah, e probabilmente sanno che i Satyricon fanno sempre il loro dovere. Ma forse ora la gente ha cominciato ad apprezzarlo di più. Ricordo quando uscì ‘Rebel Extravaganza’, fu un disco assolutamente massacrato, massacrato qui in Italia, forse più che in qualsiasi altro posto nel mondo. Ma credo che ora la gente la pensi in modo un po’ diverso su quel disco, no?
 
Beh, mi ricordo che quando ‘Rebel…’ uscì avevo 16, 17 anni, ed ero già un grande fan dei Satyricon. Appena ascoltai il disco pensai ‘che cosa questa roba? Fa schifo!’, e adesso è il mio disco preferito dei Satyricon. Frost: Molto bene, ahahah. E penso che siano in molti ad aver fatto questo percorso, credo sia normale. Lo stesso ho avuto delle reazioni di questo tipo, specialmente quando ero più giovane, e se magari una band che amavo pubblicavo un disco più ragionato io in maniera infantile mi arrabbiavo! ‘Dove sono le parti veloci? Io devo sbattere la testa di continuo, che cos’è questa roba?’, e magari qualche anno dopo con la maturità lo ascoltavo con orecchie diverse e mi piaceva, quindi può anche funzionare così…
 
State per pubblicare ‘Live At The Opera’, il disco e dvd live con l’orchestra. Volevo chiederti due cose; è stato strano suonare in un auditorium così grande come quello di Oslo, con la gente seduta? E poi, perché avete scelto un coro operistico e non la classica orchestra? Frost: Per rispondere alla prima parte della domanda, essere all’Opera con il coro dell’Opera è stato, uhm, magico. Non si può descrivere in altro modo. Ricordi bellissimi che conserverò per il resto della vita. Seconda parte, perché non l’orchestra? Beh, immagino tu possa dirlo per qualsiasi cosa che facciamo, perché questo, perché non quell’altro? Siamo arrivati al punto di poter lavorare con il coro. Avevamo già fatto un brano con loro, "To The Mountains", e suonava in modo fantastico. E da allora sapevamo di volere il coro, non l’orchestra o gli archi; il coro aggiungeva quella potenza, quella sacralità che cercavamo e che funzionava molto bene con i nostri brani. Abbiamo saputo che anche il coro era interessato alla collaborazione, e da lì poi è proseguito tutto. E’ venuto tutto molto bene, molto solenne e con una spiritualità particolare come mai abbiamo fatto. E l’orchestra non ci serviva, non volevamo che lo show fosse più spettacolare o teatrale, volevamo solo aggiungere quella dimensione al nostro show. Sono molto contento del risultato.
 
Ok, con questo nuovo tour che state intraprendendo avete promesso alcune sorprese, tra cui una jam…come vi è venuta questa idea? Frost: Viene fuori da come lavora la band al giorno d’oggi; ci troviamo 5 volte a settimana, e jammiamo. Vediamo cosa viene fuori. Io cerco di venire fuori con soluzioni che possano portare avanti le chitarre, e Satyr fa lo stesso e così via; finiamo con queste improvvisazioni da 20 minuti, e da questo uscirà in futuro un album. Quando suoni così è tutto molto più dinamico e fa crescere la creatività, per guidare la band, penso sia un modo perfetto per lavorare. Vogliamo quindi portare questo anche sul palco; a volte suoniamo abbozzi già provati, a volte abbiamo suonato con altri musicisti…
 
Concordi con me che al giorno d’oggi è un po’ strano vedere questa cosa a uno show metal... Frost: Esatto, non è convenzionale per questo genere! Ma noi non siamo fatti per gli stupidi standard, ahahah.
 
Avete scelto voi i gruppi di supporto per il tour? Frost: In parte. Ogni volta che facciamo un tour, pensiamo a questo. A volte scegliamo noi i gruppi, magari per amicizia. Qui abbiamo trovato due gruppi che volevamo assolutamente venire in tour con noi, l’hanno dimostrato e hanno dimostrato di essere adatti, e quindi li abbiamo accettati.
 
Pensi che il ‘pericolo’ del black metal possa essere ancora possibile al giorno d’oggi? Una volta era molto diverso, ma oggi… Frost: perché il genere si è ingrandito vero? Non potremmo mai tornare indietro. Ci sono certe cose nella vita che non si possono controllare. Noi abbiamo sempre voluto che i Satyricon fossero una band potente (in realtà usa il termine ‘potent’, che ha una connotazione più mistica Ndr), e questa forza sarà dimostrata qui stasera, nessuno potrà metterlo in dubbio. Ma la scena, quella è fuori dal nostro controllo. Sappiamo tutti come è iniziato tutto ciò, nel '91, '92 quando in Norvegia abbiamo fatto resuscitare un genere. Era una cosa molto individualistica, ma arrogante, con una concezione estrema. La determinazione che avevamo credo scioccò molti, soprattutto quando cominciarono ad uscire i dischi. C’era una specie di aura sulla scena e sulle band, ora è tutto cresciuto come fa qualsiasi organismo vivente, e ora ci sono tantissime band che appartengono alla stessa scena, ma che fanno cose molto diverse tra loro. Prendi ad esempio la scena punk, era molto estrema all’inizio, ma dopo qualche anno aveva raggiunto così tante persone che l’estremismo se ne era andato, era diventata un fenomeno internazionale. Non si può fermare questa cosa, se le cose crescono. Ma quello che puoi fare è preservare la tua piccola arena, e crescere da lì senza compromessi; è quello che facciamo con i Satyricon, andare avanti senza mai dimenticare le origini. Adesso però credo sia tempo per l’ultima domanda, il soundcheck mi aspetta!
 
Certo! Ok sappiamo che Satyr è anche un produttore di vini, tu fai qualcos’altro? Sei ancora iscritto all’università? Frost: Ahahah, quello era molto tempo fa, non più. I Satyricon sono la mia priorità numero uno; suono anche nei 1349, e anche loro sono importanti. Ma ho cominciato a produrre birra (risate), ho questo progetto culinario, credo che in maggio riusciremo a fare uscire qualcosa. Mi pare che alcune 1349 Black Ale siano già state esportate qui in Italia! E’ bello avere qualcosa di creativo, e spero che presto anche voi italiani possiate assaggiare qualcosa che si adatta ai miei standard; anche se devo dire che mi piace molto anche il vino, è una cosa che mi ha sempre affascinato e vengo un po’ da quell’ambiente. Ora penso alla mia birra, sta tutto nella qualità e nel gusto originale, nella potenza…
 
Come la vostra musica! Frost: Exactly! (risate) Vedi che c’è un collegamento!
 
Lasciamo quindi andare Frost al soundcheck, mentre gli Oslo Faenskap (primo gruppo di supporto) giocano a chiudersi dentro al carrello traino degli strumenti…

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