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LECTERN

Dopo gli Axioma, facciamo un altro tuffo nella Roma del death metal. Stavolta non si tratta di esordienti, ma di un gruppo rodato, in giro da una quindicina d'anni, ma che solo da poco sembra aver trovato la quadratura del cerchio. I Lectern hanno suonato anche al nostro Hardsounds Festival, assime ad Electrocution, Logic of Denial, Demiurgon e Path of Sorrow. Diamo voce ai musicisti che ci hanno regalato infiniti dettagli e curiosità sul loro modo di vivere il death metal. Il nuovo 'Precept Of Delator' segna una tappa importante nella carriera dei Lectern.

Dopo un sacco di purgatorio negli ultimi anni siete arrivati a due album. Come è nato il nuovo Precept Of Delator? Dove sono avvenute le registrazioni? Fabio Bava (voce e basso): Subito dopo aver registrato il precedente disco, ci siamo lanciati sui nuovi pezzi che sono scaturiti in 'Precept Of Delator'. Eravamo sicuri del loro valore, e dopo un anno e mezzo abbiamo prenotato i The Outer Sound Studios, e con le enormi difficoltà del caso ci siamo messi nelle mani di Giuseppe Orlando. Perchè difficoltà? Quando registri lì, Giuseppe si estranea da tutto, e tira fuori da ognuno della band anche quelle maledettissime gocce di sangue che non ci sono! Ci sono dei momenti di tensione nei quali si incazza con noi, stimolandoci mentre ci inveisce contro, in preda al momento, e che siamo delle teste di cazzo perché in quel mentre ci siamo scordati il pezzo, e non lo stiamo suonando a tempo, perchè odiamo usare il clic! Preferiamo un approccio naturale e live, anche col tempo che fluttua, a costo di impiegarci un sacco di tempo ad incidere. Anche per le composizioni dei dischi e delle canzoni non usiamo scambiarci file. Si va in sala prova, e si arrangiano al momento i riff, cambiandoli, eliminandoli, oppure scartando intere canzoni! Pensa invece che i rumori che senti all'inizio ed alla fine di "Palpation Of Scramentarian" sono reali! Sono stati registrati in una chiesa enorme, con una cupola, quindi il suono transitava verso l'alto in modo reale! Ho atteso di essere completamente solo, ed una volta accertatomi ho registrato quello che serviva prendendo letteralmente a calci un inginocchiatoio! Ho una libreria di questi suoni che sicuramente useremo per qualche nuova canzone! Le idee non mancano mai! Anche gli effetti, come per il songwriting in sé, sono importanti nel tentare di ricreare una situazione tipo vecchi kolossal religiosi!
Pietro Sabato (chitarra): Il nuovo 'Precept Of Delator' è nato con una componente stilistica diversa rispetto al suo predecessore, ovviamente i riff e le ritmiche sono più pesanti e oscure, e questo ci ha cambiato molto. Diciamo che dallo stile old school, siamo passati al brutal death metal con influenze moderne.
 
Che differenze ci sono rispetto al suo predecessore? Il suono della chitarra è abbastanza diverso, più cupo. Fabio: Hai centrato in pieno la questione! Il suono di 'Fratricidal Concelebration' è debole e non mi è mai piaciuto. Ben registrato, questo sì! Poco prima di entrare, Enrico [Romano, il vecchio chitarrista, ndFrag] decise di utilizzare l'accordatura standard, che è la stronzata più grande che si possa fare in ambito death metal. Non ci fu nulla da fare per fargli cambiare idea! Per questa sua paura passammo dal Si dell'Ep al Mi, e il suicidio fu compiuto. A molti piace, a me proprio no! Non credo che la comprensibilità sia tutto se non hai quel vibe che ti rompe il culo anche in fase di produzione, non vai da nessuna parte! Oggi anche il gruppo crossover più scarso, ha suoni migliori di quel disco! Spero che il disco giri, altrimenti non gira nemmeno la band in giro a promuoverlo!
Marco Valentine (batteria): 'Precept Of Delator' è un album molto più ponderato e ragionato. Meno frettoloso del predecessore. Se nel primo avevamo una gran voglia di mostrare le nostre capacità con lo strumento e sull'impatto sonoro, in questo ci siamo più concentrati sul sound e le atmosfere che trasmettono i vari pezzi.
 
Vi ispirate al primo brutal death metal, quello che ancora non significava suonare a mille chilometri orari e con strumenti iper-compressi e indistinguibili. Quali gruppi sono stati essenziali per la vostra crescita? Fabio: Credo che noi a tratti siamo brutal, ed oggi anche slam in parte. L'ho sempre detto e continuerò a ripeterlo, i Deicide fino a When Satan Lives non avevano rivali! I fratelli Hoffman erano unici, facevano paura su disco e sul palco, non me ne frega un cazzo se fossero impostati nelle foto! Finalmente qualcuno aveva divorato Slayer e Morbid Angel e nessuno se ne era accorto! Altro che se non suonavano compressi e velocissimi, lanciati a folli velocità!.
Pietro: Le band che mi hanno ispirato sono molte, ma in generale i Deicide, Cannibal Corpse, Vader, Dying Fetus, Vomitory, Morbid Angel e Jungle Rot. Penso che l'immagine della band debba rispecchiare il genere che si sta suonando.
Marco: Il mio approccio al death metal è relativamente recente. Sono cresciuto a suon di power e symphonic metal anche se traggo più ispirazione dal drumming di un certo Vinnie Paul, che ovviamente è lontano dagli standard death metal. Ma devo a lui parte del mio stile. Poi immagino che citare Kollias, Hoglan, Laureano e Lombardo sia superfluo.
 
Le tematiche sono quelle care ai Deicide. Lo sfondo satanico è sempre ben presente. Cosa ne pensate? Secondo voi si può ancora oggi essere estremi in questo modo? Fabio: Non sono tematiche alla Deicide o alla qualcuno, sono liriche sataniche, anzi alla Lectern. Di Benton non ce ne frega più nulla, almeno a me da oltre venti anni. E poi, dipende cosa intendi per estremi. Io non faccio a gara con nessuno, non mi interessa, voglio solo prendere Cristo per il collo e sderenarlo una volta per tutte su questa Terra! Stavolta non deve sopravvivere! 
Marco: Il tema satanismo è da sempre frutto di controversie, ma seguendo una visione più realista, non è altro che un mezzo, il migliore, per esprimere ciò che si prova e attirare l'attenzione su temi nascosti dietro l'allegoria.
 
Perché la vostra crescita come band è stata così lenta, dal 1999? Che problemi ci sono stati e come siete riusciti ad uscirne? Che periodo era per il death metal? Fabio: Nel 1999 il nome fu usato per pochissimo prima di chiamarsi Fauces ed uscire con quel progetto che lasciai per dedicarmi ai Perfidy Biblical ed ai Corpsefucking Art. Terminata anche l'esperienza nei Demonian e con gli Irredemption, nel 2008 mi riappropriai di quel nome, che mi piaceva e faceva parte di me, come tante delle band e progetti che ho avuto e lasciato a metà dopo pochissimo tempo.
 
A cosa è dovuta poi l'impennata creativa che ha portato a 'Fratricidal Concelbration' e ora a 'Precept Of Delator'? Fabio: Ci trovammo in una fase tra l'uscita di Enrico ed il restare in tre, se proseguire oppure no, che alla fine non era mai stato neanche in discussione. Pietro aveva delle canzoni, ci rinchiudemmo in sala prove per mesi, e quello che ne è uscito è questo nuovo disco, tra due secondi chitarristi che poi si fecero fuori da soli e altri situazioni anomale. Adesso siamo di nuovo in quattro con Gabriele Cruz.
Pietro: L'impennata è dovuta a motivi per i quali noi membri della band siamo rimasti uniti fino in fondo affrontando anche difficoltà e ciò ha portato a realizzare questi due album.
Marco: Abbiamo affrontato un doppio cambio di line up veramente repentino, rimanendo in tre. Spinti da sentimenti vari tra cui rabbia e frustrazione, ci siamo buttati a capofitto nel songwriting. Pietro non ha mai smesso di scrivere nemmeno dopo la fine delle registrazioni del disco precedente, abbiamo ascoltato attentamente quello che componevamo e ci siamo resi conto che era ottimo materiale, e di non aspettare oltre.
 
Pur essendo la vostra formazione risalente nel tempo, vi sentite più vicini alla scena dell'epoca o a quella di oggi, dal punto di vista del modo di concepire il death metal? Fabio: Io sono sempre dei primi anni Novanta, quindi sono il mantenitore della vecchia guardia, di quei suoni, immagine e quant'altro. La decisione di suonare con musicisti più giovani anzichè coetanei è presto detta. Io non mi sono lasciato mai infatuare dal nuovo, i vecchi hanno perso il veleno che io invece nutro ancora, quindi suonare con diciottenni e ventenni mi lascia intatto su quanto sono o fossi incazzato all'epoca. Io sono il vecchio che ha incontrato il nuovo, delle generazioni di oggi, mantenendo lo spirito di un tempo che è quello del death metal di una volta calato in ieri. Nel 1993 era già tutto finito, il death metal sembrava avesse detto tutto, non c'era nemmeno più traccia o residuo dell'ondata thrash metal. Arrivarono grunge, new metal, black metal e il revival dell'heavy metal condito da miliardi di power metal band. Nel 1999 l'unica luce che si accese, erano gli Hate Eternal di Conquering The Throne. Avevamo già perso i Carcass, Morbid Angel e Deicide erano ancora i migliori, i Cannibal Corpse avevano un nuovo canatante, giravano i Six Feet Under, i Death avevano registrato il loro ultimo album nel 1998. Mentre gli Obituary andavano a fasi alterne, e molti gruppi storici erano seguiti a malapena (vedi Suffocation e Gorguts). Ricordo che con i Cryptopsy tornò in auge quel modo di suonare tecnico e velocissimo, anche se loro erano venuti fuori dal Canada nei primi anni Novanta. Anche il technical death metal di Cynic e Pestilence era diventato tutt'altro. Nel 1994 abbiamo gli Slayer di Divine Intervention, il metal pesante di Machine Head, Pantera e Nevermore più l'ondata hardcore statunitense, e gente come Dissection e simili. Vedevi gli Entombed invece, che erano divenati rock, e facevano parte di una scena che si ispirava al sound di chitarra degli Autopsy, poi diventato celebre come Sunlight Studios o Stockholm death metal. In realtà, la scena di Goteborg seppur melodica, era veramente più svedese in quesl senso, vedi gli Unanimated, e nessuno capiva che a Stoccolma erano degli americani con un sound più marcio, ma non per forza più estremo. E poi tutte le band che anadavano e venivano, tra scioglimenti e reunion. Ma in questo ci metterei anche Judas Priest e Iron Maiden, anche se in un'altra scena. Altro cruccio, fu per me il grind, che perse via via, l'interesse del pubblico. Anche gli Slayer erano cambiati, i Sepultura non erano più in formazione originale. Si faceva una commistione di generi, preda della noia e dell'incertezza del futuro e del mercato. Anche i Metallica erano un'altra entità. Il fatto è che oggi, non c'è più quell'ispirazione a comporre grandi canzoni per album che poi diventano dei classici storici. Dimmi un disco recente che lo è diventato! Negli anni '80 l'heavy metal era diventato per le masse, perché aveva incontrato il pop, e ne era stato mischiato con questo genere musicale, così vicino alla gente, al succeso commerciale ad alla sua commercializzazione un po' dovunque. Chi riusciva a pubblicare cinque dischi ed andare in tour ogni volta, era considerato un dio! Oggi contano quei cazzo di likes inutili su Facebook, di chi non compra un disco e non ti ha mai ascoltato veramente! Adesso le band, ripropongono reunion, riregistrano i vecchi album perché sono dei classici ed i nuovi che fanno sono una merda, offuscando la mente dei fan con la birra! Una trovata inutile, per spillare soldi, spostando il tiro della musica a qualcosa che puoi trovare al supermerket, preconfezionato! E' tutto un business di merda! Se hai un manager suoni, che sempre di pay to play si tratta, altrimenti, un cazzo! Se avevi il fuoco dentro sopravvivevi, molti di noi non avevano spento l'interesse ad un certo modo di essere e di fare. Ecco perché i Lectern suonano oggi, il death metal di un tempo. Dipende tutto da chi sei. Da che cosa vuoi. E' cambiato il sound, il modo di registrarlo e di tirarlo fuori. Idem per il cinema, prendi Top Gun era girato su pellicola, ora i film sono fatti col ritocco in digitale, come le copertine dei dischi. Puoi stare al passo coi tempi, ma con quel tocco, quello spirito old school, in tutto e per tutto!.
Pietro: Per come la sto vivendo io, penso di vivere la scena di oggi, anche perché io non l'ho vissuta come la può aver vissuta Fabio. Si, ci sono molte persone che da oltre quindici anni mantengono la scena qui a Roma.
 

 
Ci sono ancora in giro fan e musicisti che bazzicano nella scena romana da oltre quindici anni? Come giudicare il rapporto con le altre band? C'è rispetto? Fabio: Non lo so, io credo che a Roma ci siano un sacco di band: Eyeconoclast, Devangelic, Hideous Divinity, Dr. Gore, Corpsefucking Art, Deceptionist, Hour Of Penance, Degenerhate e Ade che fanno diventare ridicole, a confronto, anche le band straniere più storiche!.
Pietro: In ogni angolo del pianeta puoi trovare band interessanti, la questione di oggi è come puoi farti un nome nella scena quando ci sono migliaia di altri gruppi che vogliono raggiungere il tuo stesso risultato. Questo complica sempre la situazione, e spesso molte band pubblicano ottimi album, ma nessuno se ne interessa perché oramai se non sei famoso oppure non hai una label, secondo la mentalità della gente, non sei nessuno, e quindi rimani sempre nell'ombra.
Marco: Vivo a Roma e frequento la scena da appena cinque anni, ma ho avuto modo di conoscere e ascoltare band di qualsiasi genere. Sì, trovi rispetto come indifferenza, specialmente da certi veterani della scena. Ci sono ovviamente eccezioni, altrimenti non sarei diventato amico di David Folchitto degli Stormlord dopo averlo avuto il suo poster in camera per tutta l'adolescenza.
 
Quali gruppi death metal storici (sia italiani che stranieri) hanno tradito lo spirito del death metal? Fabio: Francamente, credo siano sotto gli occhi di tutti! Ma non stiamo qui a stilare pagelle. Chi si è sciolto, chi è andato oltre, chi ha cambiato genere! Molti gruppi non suonano più allo stesso modo, oppure hanno fatto dischi completamente diversi vedi Morgoth, i Deicide attuali e l'ultimo Morbid Angel. In Italia ho adorato i primi Electrocution, Necroflesh, Sadist, Neophyte, Imposer, Nefas, Mind Snare, Sinoath e Necrodeath. Dicevano che la scena italiana era una merda! Guarda oggi Bloodtruth e Blasphemer! Recuperate gli Euthanasia da Reggio Emilia ed il loro Promo 1994, semplicemente spaventosi! Io li definivo i Malevolent Creation italiani! Poi t'incazzi se pensi alle fucine di talenti inespressi e scomparsi che avevamo, e che per un motivo o per un altro, non suonano più! Ce ne sono stati troppi, sfortunatamente!.
 
E invece dove bisogna cercare per trovare death metal interessante e esaltante? Ci sono etichette particolari che seguite o zone geografiche che partoriscono uscite degne di nota? Fabio: Credo che la Unique Leader Records abbia grandi band in questo preciso momento! Il ritorno dei Vomit Remnannts mi ha estasiato, ma vederli accanto a gruppi italiani nel loro roster e catalogo come Deceptionist, Hideous Divinity e Bloodtruth mi fa venire mille erezioni!.
Pietro: Ci sono molte etichette diverse che ci interessano, ma come ho detto devi esser già qualcuno per avere quelle label. Come zone geografiche è fenomenale l'Europa dell'est o il nord, per l'America è solo un fatto economico di spese che al momento non ci possiamo permettere.
 
Come reagireste se il vostro nuovo album fosse messo in free download su qualche sito pirata? Fabio: Alla grande perchè il nome gira, ed è l'unico supporto se la gente non lo compra, ed in qualche modo ha diritto ad ascoltarlo, a recuperarlo ed a giudicarlo. E' giusto anche averlo gratis in ogni modo, non mi interessa quanto mi sia fatto in quattro per comporlo. Il resto sono chiacchiere ipocrite! Meglio restare a casa col telecomando in mano, allora? La musica è di tutti, fatela uscire da quel maledetto studio di registrazione!
Pietro: Non mi dà alcun fastidio se sono online le track su siti pirata, l'importante è non rubare i diritti d'autore.
Marco: Oramai sono dei rischi che si mettono in conto. Per me la musica prima di essere un prodotto, è un mezzo per farsi conoscere in giro. Più un pezzo gira meglio è, per questo magari ci preoccupiamo poco della loro messa online.
 
L'aspetto live per voi è importante? Come curate la riproduzione dei brani dal vivo? Usate gli stessi settaggi e mantenete la stessa struttura dei pezzi come si sentono su disco? Fabio: I concerti sono la cosa più esaltante, incontri gente, hai uno scambio di opinioni reale e non ritardato come su Internet o con qualsiasi mezzo! Se ci chiamano a suonare, noi siamo sempre in prima linea, sia in presenza che in assenza di un cachet! La gente vuole sentirti rifare, quello che ha sentito suonare su disco, e noi glielo diamo nella maniera in cui ce lo chiedono!
Pietro: Molto. Dipende poi, che locale è, che spostamenti facciamo, per esempio con gli Incantation a Riga ci hanno fatto utilizzare la loro strumentazione siccome venivamo dall'estero per fare una data sola, e i suoni erano molto più old school rispetto ad altri live fatti, ma in sostanza sono stati concerti fenomenali e potenti.
 
Il death metal è tape trading o acquistare vecchie cassette e vinili per 40 euro? Fabio: Il death metal è una serie di riff velocissimi ed incomprensibili, assoli impazziti e vocals su Satana e sulla morte che hanno l'odore di un fottuto cimitero al funerale della vita!
Pietro: Il death metal è la voglia di sentire musica potente e che ti carica in ogni attimo, penso che puoi sentirlo in qualsiasi maniera, dai cd agli lp e anche in streaming. Non fa alcuna differenza, sempre di musica che deve finirti nelle orecchie stiamo parlando.
Marco: Parlare oggi giorno di tape trade è come discutere di pittura con un cieco. Almeno nel suo significato più stretto, legato agli anni '90. Ora avviene sì qualcosa di simile, ma senza quella sensazione fraterna della scrittura e del tenersi in contatto con gente oltreoceano. Ed è paradossale, considerata la velocità con cui ci si tiene in contatto oggi.
 
L'intervista è finita. Nell'ottica di diffusione della vostra musica, se aveste la possibilità, vi trasferireste a? Fabio: Sto bene a casa mia dove sono il padrone! Non voglio essere ospite di nessuno!
Pietro: Penso Svezia o Florida! 
Marco: Gli Stati Uniti sono sempre la risposta più gettonata, ma perché rimanere fermi in un unico posto, dopo tutto?

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