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SCHOOL OF ROCK: Il Black Metal Americano

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La School Of Rock di Hardsounds non vuole insegnare niente a nessuno. E solo un impegno che ci siamo presi nel volere elencare e motivare le scelte personali o collettive della redazione in merito ad un genere specifico. Mossi come nostra indole dalla passione, i nostri intenti sono quelli di stimolare chi legge, e di alimentare un confronto. Una scuola senza insegnanti, composta da soli alunni.

Il black metal è una cosa seria che solo i norvegesi sanno fare. Sì anche gli svedesi non sono male, ma non mischiamo le "razze". Quante volte te l'hanno detto? Dieci, cento, nessuna? Un discorso qualunquista che identifica le capacità musicali d'un dato soggetto ponendogli confini di cittadinanza. Non puoi neanche immaginare i conflitti con totali ignoranti che se non era demo-raw-zanzaroso-norvegese-black-satanico-metal mi guardavano con fare saccente, neanche fossero i messia del vero metal.

Non sei norvegese? Che cazzo stai a fare allora, pulisciti in fretta quel trucco da checca dalla faccia prima che ti pugnali a morte, stupida parodia uscita male d'un black metaller; e poi invece stavi solo facendo il cosplay del Kiss. Secondo questo particolare modo di vedere l'universo musicale gli svedesi, i russi, gli italiani e altri non sono altro meri cloni, che però abitando comunque in Europa possono ancora avere voce in capitolo; gli americani invece no. Non posseggono il retaggio culturale dei paesi freddi del nord Europa, le loro mani non sono abbastanza indurite da poter ricreare le atmosfere temperate delle foreste d'inverno, mentre il massimo che hanno saputo sacrificare nella loro carriera è un Burger King con molto ketchup a Ronald McDonald. E io invece ti dico si sbagliano.

Questa non vuole essere la lista definitiva dei gruppi più importanti della scena d'oltre oceano, della terra delle opportunità, ma solo una breve serie di nomi che considero la chiara dimostrazione il metal non conosce confini e chiunque dica una data regione non è portata a un genere musicale dimostra una chiusura mentale tale che egli non merita alcuna risposta, ma solo un pietoso silenzio.

VON
Non i migliori, e neanche i peggiori. Nati nel 1987 sono considerati univocamente il primo vero gruppo black metal americano. Non li avevi mai sentiti prima di oggi? Nessuna vergogna, anche perché la loro vita è stata breve e fiacca. Dopo il demo ormai un culto per l'underground Satanic Blood, si sciolgono neanche cinque anni dopo. Tornano nel 2012 con il primo album in studio omonimo al demo, ma i tempi sono tardivi. Se forse qualcosa potevano valere ancora nel loro periodo embrionale, oggi non sono altro che un culto dimenticato per pochi appassionati del black metal più lercio a ogni costo. E perché mai allora dovresti ascoltarli? Primo perché è come dire 'che diamine devo studiare a fare la storia a scuola, secondo perché i più grandi nomi del black metal odierno si sono ispirati a questo gruppo, un esempio infatti possono essere i Watain, cui nome è un omaggio al loro demo.

 

PROFANATICA
Su di loro ne avrei da raccontare per ore. Interviste assurde che promuovono la sodomia, concerti degni di un GG Allin eseguiti rigorosamente nudi, atti blasfemi che rischio la censura al solo descriverli che prevedono bibbie, sperma e sodomia. Certo è che con una premessa simile la voglia di ascoltarli scende sotto lo zero assoluto, al punto che pare più sensato recuperare il best of degli Anal Cunt. Ti do ragione, i Profanatica non fanno impazzire neanche me, però per loro vale il discorso dei Von fatto prima. Formati nel 1990, si sciolgono neanche due anni dopo. Paul Ledney, rinomato batterista nudista, pensa che passare il resto della sua vita con un hamburgher nella mano destra e una siringa nella sinistra sia un totale spreco, pertanto indossa il vestito da suora, recupera il dizionario dei sinonimi e bestemmie, e dal 2001 non l'ha più fermato nessuno. Nel 2007 si riconcilia col chitarrista John Gelso e pubblicano il loro primo vero album Profanatitas de Domonatia. Se facciamo finta non li hanno mai intervistati e che i loro live, sopratutto quelli iniziali, sono qualcosa di mooooolto discutibile, non sono poi una totale tortura per il nostro apparato acustico.

 

NACHTMYSTIUM
Rimaniamo nel regno del culto underground che ha saputo spadroneggiare nella scena dei grandi nomi. Te li ricordi, vero? Impossibile un no come risposta, poiché il nome di Blake Judd è stato per anni in cima alle migliori testate per le sue ingloriose uscite, ma non siamo qui per fare cronaca nera. La chiara dimostrazione che il black metal americano può essere interessante, e i testi non devono per forza ergersi su storie di cavalieri, monti nord e freddi perenni, ma anche droga, odio e auto distruzione. Noooo, non sono depressive black metal, anzi gli inizi erano nel più classico degli ortodossi gruppi, poi nel 2006 con Instinct: Decay le influenze rock e psychedeliche iniziano a mescolarsi ai grezzi vagiti iniziali. Da questo punto in poi la droga è un elemento portante per il gruppo, al punto che un solo ascolto può avere effetti autodistruttivi devastanti, ma anche istruttivi sempre se rischiare un attacco di thanatophobia è considerato istruttivo. Per chi si avvicina la prima volta consiglio senza ombra di dubbio il dualistico Assassins: Black Meddle Pt. I e II, oltre il loro colpo di coda The World We Left Behind, ultimo album prima di lasciare il gruppo del buon Judd in mano a un oscuro destino di cui nessuno conosce i progetti.

 

DEAFHEAVEN
Impossibile non conoscerli contando che nel 2013 hanno letteralmente fatto outing dall'underground conquistando i cuori del pubblico grazie al mai troppo lodato Sunbather, quello che il vero black metaller chiama 'il black metal per fighette in rosa'. Non me ne frega che la copertina a molti non è piaciuta; c'è più intelligenza in un solo minuto in quell'album che nell'ennesimo demo trve raw black occult metal uscito da uno sgabuzzino d'un sottoscala in Norvegia. Prima di ridursi a un duo e assumere nuove influenze post-qualcosa nelle loro fondamenta, i Deafheaven erano solo un nome che bazzicava l'underground schierato secondo molti nella scena del 'shoegaze black metal', periodo in cui bastava fare un riffi simile agli Alcest che subito ti chiedevano 'ma mentre suoni, perché ti fissi le scarpe?'. Chiunque mi venga a dire che Sunbather è uno dei migliori album abbia mai sentito, consiglio di recuperarsi invece il primo Road to Judah, dal mio punto di vista altrettanto valido, ma oscurato dal successo del secondo album. Ne superiore, ne inferiore, ma solo una gemma che brilla di luce propria. Ricorda che se non fosse stato per quello, ora non sapresti neanche chi sono.

 

WOE
Quando ho incominciato a sentirli non se li calcolava, anzi scusate mi correggo non se lo calcolava quasi nessuno. Fino al primo album A Spell for the Death of Man Chris Grigg ha lavorato completamente da solo al progetto sognando nello studio di registrazione grandi palchi e giusti riconoscimenti, poi la svolta: è diventato qualcuno e la Candlelight Records gli passa un contratto; è arrivato il momento di fare sul serio. Mette su un team vincente e rilascia altri due album alle stampe non poi così stupefacenti. Il mio parere? Il primo è sempre il migliore.

 

LORD MANTIS
Facciamo finta la vita Ti faccia schifo. Ti hanno appena lasciato, l'alcol è tuo unico amico, anche perché ti hanno appena investito il cane e sei terrorizzato dagli ambienti sub-urbani. Tagliarsi i polsi è da fighette, ergo preferisci quindi chiuderti in macchina e aspirare i fumi del tubo di scarico. La vita ti sta scorrendo come sabbia tra le dita, alzarsi la mattina è pesante, il fiato si fa pensante, il solo esistere è pesante. Sono il primo a promuovere l'autodistruzione, ma prima di perdere un vorace lettore ascolta i Lord Mantis che magari una ragione per tornare a vivere la ritrovi. Ok, ok, qui cadiamo nel blackened sludge metal, ma ehi nessuno ci ha mai detto che dobbiamo seguire la scia pura, che pure la droga la tagliano male e mica ti lamenti. Primo evitabile, secondo blasfemo, terzo un ascolto raccomandato. Questi giorni non se la passano bene, sempre se ricostruire ¾ del gruppo chiamando gente del calibro dell'ex Indian Dylan O'Toole alla voce possa chiamarsi un male. Forse, perché Charlie Fell urlava mica male al microfono. Gli auguriamo ogni bene per il futuro, intanto recuperati Death Mask.

 
GHOST BATH
Cosa sappiamo dei Ghost Bath? Niente. C'è chi dice sia un'unica persona e chi un gruppo completo. All'inizio si diceva fossero cinesi, perché nell'unica foto rilasciata coprivano i propri volti (sempre se erano loro in quella foto) con ideogrammi appunto orientali, ma più avanti l'unico attuale 'probabile' membro conosciuto Dennis Mikula afferma invece siano di Minot in North Dakota. Se sei riuscito a sentire Death - Pierce Me dei Silecer senza farti le mani a cotechino, apprezzandolo pure, beh allora hai trovato pane per i tuoi denti. Il primo Funeral è esattamente il seguito che tutti noi fan dei Silencer abbiamo atteso per anni, ma abbiamo dovuto aspettare un sosia per poterlo ascoltare. Moonlover uscito quest'anno invece è riuscito a galleggiare sopra il confine della scena underground ponendosi sotto i riflettori di numerosi ascoltatori. Per me non è stato niente di speciale, ma forse sono io di mentalità chiusa.

 

WEAKLING
Lo ricordo come un sogno, un ascolto dimenticato, un disco abbandonato in un cassetto. Un lavoro nato per goliardia, oggi considerato da molti un culto. Cinque tracce, un'ora e sedici minuti di puro black metal. Esistono migliaia di recensioni tra le più disparate, tra chi lo elogia come ascolto essenziale fino a merda sopravvalutata; ce ne è per ogni gusto. Il mio modesto parere? Non mi ricordo come suona e non ho la minima intenzione di ascoltarlo oggi per descrivertelo, ma se mi sono ricordato di consigliarteli un motivo ci sarà. Dead as Dreams rimane un incubo incastonato nelle mie memorie a cui non riesco ancora dare una forma.

 

Special Guest:

IMPALED NORTHERN MOONFOREST
Seth Putnam che fa' black metal. Ho detto Seth Putnam che fa' black metal. Non penso tu abbia capito… Seth Anal Cunt Putnam che fa' black metal. Non devo aggiungere altro.

 

DAN LILKER
Ultimo, ma non per importanza Mr Dan Lilker. Se tu ascolti black metal americano, bazzicando anche trai vinili più sconosciuti e le zine dimenticate per forza di cose ti sarai imbattuto in un suo progetto, o un intervista dove ne parla. Che non ha mai saputo stare con le mani in mano lo sappiamo tutti e che al basso è una vera bomba atomica, beh non c'è bisogno mica che te lo dica io, molti però non sanno che il buon vecchio Dan è un fan del black metal e nel corso della sua carriera ha partecipato in numerosi progetti di cui neanche ci si ricorda il nome. Demo lasciati a marcire nello studio di registrazione, vinili in edizione numerata, serie di dischi pubblicati e rimasterizzati per anni; ce ne è per ogni palato. Certo ora non vorrai ti faccia pure la lista della spesa, quando basta cliccare su encyclopaedia metallum per iniziare a farsi i conti in tasca.

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