Valkyrie’s Cry: Valkyrie’s Cry
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17/06/2009Debutto discografico sotto l’etichetta Pure Steel Records per i canadesi Valkyries’s Cry, band nata nel 2004 grazie all’unione del cantante Dip Evil e del chitarrista Lord Justin Godin. Essendosi sin dagli esordi votati anima e corpo all’intento di creare un proprio perfetto sound Heavy Metal, il gruppo ha sempre collaborato con vari musicisti senza però riuscire a creare una vera e propria line-up. Dopo aver pubblicato nel 2005 il demo 'Black Knight' ed aver intrapreso un’estenuante e fitta gavetta live come gruppi di spalla a mostri sacri del calibro di Gamma Ray, Dragon Lord, nel 2007 la band riesce, finalmente, a completarsi grazie all’entrata del bassista Carlos (Lord Kilian) e del batterista Kaveh. Nonostante la critica abbia sempre etichettato il loro sound come un violento metal medievale forgiato in un inferno di furia e vitalità, i nostri quattro cavalieri hanno sempre affermato di voler restaurare, mediante il loro stile tutto tempestato d’energia, passione e virtuosismi musicali, gli antichi valori del metal. Se devo essere sincero sin dal primo ascolto dell’album non ho potuto far a meno di notare parecchie imprecisioni ed approssimazioni che falcidiano questo debutto. Senza contare poi lo squallido tentativo di riprendere le sonorità che sono diventate il trade mark di gruppi come Agent Steel ed Omen. I nostri quattro canacks cercano di barcamenarsi tra vari generi musicali senza però riuscirne a focalizzare nessuno: per farsene un’idea basta dare un rapido ascolto all’insipida introduzione alla Dimmu Borgir e Cradle Of Filth, oppure lo scontato thrash di "Black knight" che tenta, invano, di imitare i Tankard. Riprendendo il discorso delle imprecisioni non si può restare indifferenti al fatto che , molto spesso, la sezione ritmica guidata dalla batteria di Kaveh e dal basso di Lord Killian sia completamente fuori tempo rispetto al resto del gruppo. Gli unici brani, forse, che riescono a sollevare le quotazioni di questo prodotto sono "Jutunheim","Ride Of Sleipnir", caratterizzate dal titanico lavoro dell’ascia del gruppo Lord Justin Godin, "Blessed By The Mace" e "Valkyrie’s Cry" che, grazie ai loro ritmi che alternano power e thrash, riescono quanto meno ad essere orecchiabili ed energiche. Non penso che ci sia altro da dire se non consigliare ai nostri quattro "Horsemen" di lavorare sodo per limare tutti gli spigoli del loro sound e cercare di produrre perlomeno qualcosa che, anche se non proprio originale, sia perlomeno un po’ più personale della pura e semplice clonazione.
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