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CAULDRON: Tomorrow’s Lost

data

04/05/2013
50


Genere: Heavy
Etichetta: Earache Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2013

Terza fatica discografica per i canadesi Cauldron, combo votato anima e corpo nella ricerca spasmodica di riportare in auge la NWOBHM. Ed è proprio qui la nota dolente in quanto questo nuovo lavoro, oltre ad essere praticamente la fotocopia del precedente, risulta fin troppo simile alle sonorità che sono divenute il trademark di mostri sacri del calibro di Saxon ed Angelwitch. Il risultato non può che essere un sound che, oltre a non essere per nulla attuale, diventa troppo noioso ed anche molto vecchio. L'unica cosa che potrebbe forse risollevarne le sorti è la maniacale produzione che non ha lasciato nulla al caso. Ma chiaramente tutto questo è fin troppo poco per riuscire a ritagliarsi uno spazio in un panorama musicale pregno di ottime proposte come quello odierno. Infatti, quasi sicuramente i Cauldron finiranno, usando un "gioco di parole", nel calderone del dimenticatoio. Donato Tripoli Voto: 50 ------------------------------------------------------------------------------------------------- Rullo di tamburi: i Cauldron hanno azzeccato un disco. Strano forte, eh? Dopo due album all'insegna non solo della spudorata scopiazzatura dei grandi degli anni Ottanta, ma caratterizzati pure da produzioni mediocri e prestazioni dei musicisti altalenanti, 'Tomorrow's Lost' non riscrive alcuna regola, figuriamoci, ma riesce laddove i suoi poco illustri predecessori avevano fallito. No, nessuna mira eccessiva, la Earache sembra voler cavalcare l'onda revivalista alla meno peggio, e questi canadesi, dai nomi d'arte alquanto infantili sono appunto quello che serve all'etichetta. Anche qui la produzione si mantiene ad un livello che oramai qualunque band autoprodotta riuscirebbe a superare. La scarsa coesione tra sezione ritmica e voce, ma lo stesso volume con cui si ascolta la voce di Jason Decay perdersi sotto le chitarre è segno di poco impegno dietro al mixer, visto che la Earache non ci sembra l'ultima arrivata. A proposito del cantante/bassista, co-artefice delle disfatte dei dischi precedenti con una voce che non dovrebbe superare lo step della demo in cantina, oramai ci ha assuefatto e la si sopporta, almeno è intonata ed è sempre meglio di certe galline spacciate per cantanti che si sentono in giro. Insomma, James Hetfield di 'Kill 'em All' al confronto è Freddy Mercury. Lo si sappia visto che superato questo scoglio gli amanti di Saxon, Iron Maiden ("Fight For Day" fa fischiare le orecchie a Steve Harris), e perchè no Diamond Head, potrebbero trovare i Cauldron dei degni tributanti delle vecchie glorie che furono. E qui torniamo all'inizio della recensione: il disco è ascoltabile e sopra la media degli altri loro dischi per una buona metà. Le prime quattro tracce fanno venire alla mente gli Angel Witch e qualcosa dei Def Leppard, sicuramente dirompenti e piacevolmente retró. Poi sempre retró resta il cd, ma non c'è piacere ad ascoltare la spenta "Relentless Temptress" o il coro immaturo di "Endless Ways", mentre la finale titletrack stupisce in positivo grazie ad una aggressività che ci riporta trent'anni addietro. Un piccolo passo in avanti per i Cauldron, un passo indietro per il metal. Francesco Fragomeni Voto: 65

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