VADER: LITANY
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09/06/2008Nuovo millenio, nuovo capolavoro. I polacchi più tosti e prolifici della scena metal mondiale, a distanza di soli ventiquattro mesi dall'ottimo 'Live In Japan' si ripresentano con il quarto studio album, che fin dalle prime battute lascia intendere la sua grandezza. Ci si scontra subito contro il granitico muro di batteria del grande Doc (R.I.P.), che subito lancia un messaggio: la produzione è spaventosa e qui siamo in un altro pianeta, in confronto all'album precedente, di appena tre anni prima. Il sound è sempre direttissimo come il destro di Tyson, ma in questa sede Mauser, Peter e compagnia hanno deciso di complicarsi la vita mettendo su un'intricata quanto semplice rete di riff, che stupisce l'ascoltatore per quanto sia efficace e mai scontata e prevedibile. Dopo le esplosioni dell'opener Wings è la volta dei due minuti scarsi della mazzata The One Made Of Dreams, brano potentissimo e dotato di riff accattivanti quanto geniali. Non un fraseggio fuori posto, non un suono sbagliato, non una nota evitabile. Tra i blast beat di Doc e il gelido growl di Peter si arriva all'elaborata Xeper, che è tutta uno stop&go di mid tempos e blast beat. Davvero difficile smettere di ascoltare un disco del genere, quasi impossibile trovare pecche. E tanto per capirci, basta ascoltare l'oscura e morbidangeliana The Calling per capire perfettamente l'album a cui siamo di fronte. L'album prosegue in violenza e devastazione (non mi soffermo perchè altrimenti qui si rischierebbe una noiosa analisi track by track) fino alla conclusione affidata alla slayerana The Final Massacre. Non c'è altro da dire, se non che ci troviamo di fronte al capolavoro di una band alla sua massima forma, che ha scritto un importante capitolo nella storia del Death metal. Da avere assolutamente.
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