THIEVES' KITCHEN: THE WATER ROAD
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23/06/2008I Thieves' Kitchen sono una band inglese poliedrica, che ama fondere prog, rock, sprazzi di jazz con soluzioni a tratti complesse. Il quintetto di Oxford arriva sulle pagine di Hardsounds nel pieno della maturazione artistica, visto che 'The Water Road' è il quarto album. Dopo le presentazioni di rito veniamo al platter: le otto canzoni ci portano nel mondo del rock progressivo, molto più vicino alla melodicità ottantiana che non alla grande tecnica settantiana. La lunghissima "The Long Fianchetto", che apre l'album, è a mio avviso l'ideale biglietto da visita della band di Oxford: l'ottima tecnica strumentale espressa, infatti, si lega ad un songwriting di spessore e si amalgama in modo perfetto con la dolcezza delle vocals di Amy Darby. La lunghezza consistente della traccia non è un problema ma, anzi, è appena sufficiente a contenere tutte le idee espresse. Segue la strumentale "Returglas", di buon spessore, e "Chameleon" che brilla soprattutto per il lavoro di Amy e per l'atmosfera soffusa che la pervade. Da evidenziare che la caratteristica principale del sound degli inglesi è da ricercare nelle emozioni che le songs suscitano, e non nei preziosismi tecnici come cambi di tempo e altre peculiarità che esulano dalla sfera emozionale. I Thieves' Kitchen hanno creato un platter che parla all'anima più che alla sfera razionale del nostro cervello: 'The Water Road' è un percorso interiore creato con impegno e amore, e che richiede altrettanta dedizione per essere apprezzato appieno. Quindi non dovete stupirvi se, ascolto dopo ascolto, le otto tracce cominceranno ad entrarvi in circolo pian piano, facendovi assaporare appieno la loro qualità. Il comparto tecnico è di ottimo spessore, e si sente: tutti i musicisti coinvolti hanno talento e lo esprimono al meglio in questo album; la produzione ed il mixaggio sono di buon spessore e non si sente assolutamente la differenza con i platter sfornati dalle case discografiche. La cover è valida così come il booklet, che risulta professionale e ben impostato, anche se un po' spoglio. In definitiva 'The Water Road' è un prodotto da avere, a patto che siate prog fans che amano essere cullati dai sentimenti e non vivono solo di esasperati virtuosismi tecnici: se vi ritrovate in questa definizione allora il quintetto di Oxford ha il disco che fa per voi, e che merita un posto nella vostra discografia.
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