THE HOWLING VOID: SHADOWS OVER THE COSMOS
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26/06/2010Fin dal bellissima copertina, opera del pittore russo Feodor Vasiliev (1850-1873), questa seconda opera targata The Howling Void, one-man band americana portata avanti da Ryan, mette subito in chiaro gli intenti: decantare il vuoto che ci circonda, l'ombra che ottenebra il creato. Intenti che si materializzano in un funeral doom maestoso, sinfonico, che si dipana attraverso cinque lunghe tracce lentissime. Siderale, per certi versi cosmico, il suono di "Shadows Over The Cosmos" ha anche un non tanto latente accento psichedelico, ma è certo la compenete stilisticamente doom a caratterizzarlo nella sua interezza. Il growl di Ryan è a tutti gli effetti un fantsma che si aggira tra i brani plasmandosi con il resto, un magma nero e funereo nobilitato da chitarra ipersatura e downtuned, da ritmiche dilatatissime e da un tappeto orchestrale onnipresente che santifica il songwriting. C'è poco da aggiungere, sinceramente. Le sensazioni che si avvertono sono tante, le atmosfere e le immagini evocate anche. Siamo difronte ad un lavoro nato da una condizione interiore intensa e disperata, ne sono certo. Un lungo, lento, estenuante lugubre lamento che si materializza pienamente uscendo dai diffusori sotto forma di concretezza artistica. Come il quadro di Vasiliev, come una poesia decadente, come un requiem musicato e destinato ad essere ricordato per il tempo a venire.
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