MOLLY HATCHET: WARRIORS OF THE RAINBOW BRIDGE
data
24/05/2005Tornano dopo una lunga pausa e una miriade di (dis)avventure gli alfieri del Southern Rock, coloro che riescono a superare i Manowar in quanto a "tamarraggine" delle immagini in copertina (e ovviamente l'ultimo lavoro non fa eccezione). Come afferma Bobby Ingram, chitarrista e leader della band, "il Southern Rock è più di un genere musicale. E' una filosofia di vita". Difficile dargli torto, si sente che quest'album trasuda passione e sudore, è una rivitalizzazione di un genere che ormai vive (quasi) esclusivamente su due band, i Molly Hatchet e i Lynyrd Skynyrd. Ma se questi ultimi hanno spesso scelto di enfatizzare la vena Country del Southern Rock, i Molly Hatchett premono decisamente sull'acceleratore, con riffoni pesanti e un sound decisamente più "heavy" di quello dei loro "cugini". Dodici tracce, tutte godibili, senza particolari scivoloni nè grandissimi picchi qualitativi, che scorrono via piacevolmente e ci fanno immergere nei caldi Stati Uniti del Sud, in un'atmosfera di accoglienza e di vecchie tradizioni, di campagne assolate e di gente cordiale. Dal punto di vista strettamente tecnico nulla si può eccepire alla band; ognuno fa il proprio dovere con passione e divertimento, a partire dalla grande prova dei chitarristi Ingram e Hlubek (il riff di "Behind The Bedroom Door" è semplicemente geniale), passando per i tastieristi Galvin e Del Falvo, fino all'eccelente base ritmica di Lindsey e Beamer. Decisamente buona anche la performance di Phil McCormack dietro al microfono; la sua voce calda e roca è perfetta per il genere proposto. Immancabili, poi, i cori di sottofondo che sono un po' il marchio di fabbrica del Southern Rock. Il grosso problema di questo cd, però, sta nel fatto che al di là di alcuni brani davvero interessanti (come l'opener "Son Of The South", la country-style "Roadhouse Boogie", la già citata "Behind The Bedroom Door" e la conclusiva "Rainbow Bridge"), tutto scorre via troppo facilmente, e non lascia traccia. Il che equivale a dire: una volta lo si ascolta volentieri, la seconda anche, la terza un po' meno, dopodichè finirà nel dimenticatoio, e difficilmente verrà tolto da lì. Ma forse è solo una mia fisima personale.
Commenti