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TESSERACT: War Of Being

data

16/09/2023
92


Genere: Progressive Djent Metal
Etichetta: Kscope Music
Distro:
Anno: 2023

Questo è l’album che aspettavo. Adoro i Tesseract fin dal loro demo del 2007 dopo lo scioglimento degli incredibili FellSilent. Ho viaggiato da Malta fino a Londra per vederli dal vivo assieme ai molto promettenti Monuments ed ai Periphery che trovai leggermente deludenti. Quella notte mi ha trasformato in un fan a vita. Da allora ho continuato a seguirli molte volte dal vivo e persino ad intervistarli. Ho sempre amato il lato pesante della loro produzione. Le partiture sognanti, le impennate melodiche e gli sfarzosi arrangiamenti sono sempre stati qualcosa che ho ascoltato con attenzione. Quando l’aggressione sale, la voce diventa più stridente, le chitarre dissonanti e la sezione ritmica più schiacciante, in un turbinio di note fantasma, charleston in levare, slapping ed il pop, tutto ciò è la parte migliore del Tesseract sound. Questo lato prominente è stato inizialmente messo da parte per rafforzare i passaggi più progressivi e più morbidi. Di certo non possiamo dire che è stata una scelta sbagliata, i dischi successivi fino a ‘Sonder’ sono stati spettacolari, ma ‘War Of Being’, dopo una lunga attesa, ci ha regalato il lato più pesante del quale sentivamo la mancanza. E’ un’opera fondamentale di una band matura che paga omaggio anche alle loro radici djent suonandolo persino meglio degli inventori. Con la miglior produzione possibile, grazie al genio di Acle Kahney, con molta probabilità questo è il loro miglior album di sempre. Le linee di basso di Amos Williams sono prominenti e guidano, iniettano spessore e sostanza a tutto il sound. Quel tizio è l’arma segreta della band. Se sei un fan dei Meshuggah periodo ‘Obzen’ dovresti ascoltare i primi tre minuti di “War of Being”, sono la cosa più pesante che ascolterai per il resto dell’anno, l’equivalente di un massacro uditivo, tanto per andare indietro agli spaccati ai quali la band ci ha abituato. "Tender" deve essere stata messa volutamente lì per far rilassare le orecchie prima del massacro di suoni djent. Altri brani notevoli del disco sono "A Natural Disaster" and "Echoes", con i loro abbaglianti cambi di tempo e qualche riff che sembrano regali di pasqua estratti dall’album ‘One’. Melodie stupende, non fanno altro che confermare la capacità della band di fondere il sound pesante con quello sognante, dando in questo il loro meglio. Un viaggio completo. Non perdetelo.

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