SVÖLK: SVOLK

La Norvegia, attraverso un’etichetta indie di Oslo, lancia sul mercato un quintetto dedito ad un hard rock molto pesante, sostenuto da una ritmica dinamica e dalla potente voce di Knut Erik Solhaug. Sin dalla cover (curata da Matt Smith già cover artist di diverse realtà underground) intuiamo che questo debut trasuderà rabbia ed energia e non si può negare: gli Svölk non si risparmiano. Ma le nove tracce hanno l’immancabile difetto (comune a tante bands agli esordi) di peccare di varietà, più che di originalità. Trovata la “formula perfetta” delle prime due-tre songs, la si ripete costantemente vanificando soprattutto le soluzioni che al primo ascolto erano parse più innovative e trainanti (il lodevole lavoro sulle ritmiche di Røyseland e soprattutto di Haave). Quasi tre quarti d’ora di tesissimo hard rock confinante quasi col trash per i suoni taglienti, senza cali, soste, accenni di lento per tirare un po’ il fiato (e Solhaug ne avrebbe bisogno per non risultare, come è, sfiancante), che francamente stancano già alla fine del primo ascolto. Stabilite le coordinate sonore ora i cinque norvegesi dovranno lavorare duramente sul songwriting e visto anche il buon lavoro in fase di produzione (curata dalla stessa band) possiamo dire che i presupposti ci sono.