SUBROSA: STREGA
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11/05/2008A due anni da 'The Worm Has Turned' i Subrosa tornano con un pesante ammasso di metalli fusi, esplosioni gassose e altre orrorifiche chicche, compatte e compresse in una decina di pezzi di media durata, tra Stoner a la Melvins e Karma To Burn, Sludge a la Acid King e alternative rock "al femminile" degli anni '90. Si perchè alla voce c'è una delicata donzella che si diverte a far stridere quella musica lercia e putrida col suo cantato pulito e delicato ("Sugar Creek" come inizio basta e avanza per capire l'ossimoro sonoro che si voleva creare), talvolta rabbioso ma pur sempre pulito, cosa che, insieme al contributo del violino, contribuisce a chiaroscurare la proposta musicale dei Subrosa, sempre sospesa tra l'atmosferico e l'opprimente. Le chitarre ribassate, distorte e vibranti si incrociano con i suoni alieni sconvolgenti di questa macchina da guerra psichica che si diverte a demolire la mente ancora prima che le orecchie (vedi il riecheggiare robotico di "Self-Rule"). E se "Crucible" sembra presa dai tape di qualche band dell'underground seattleiano degli anni '80, tra 'Ozma' e 'Ultramega Ok' diciamo, con la successiva "Christine" sembra che magari l'ostentata pochezza nel lavoro di limatura finale possa essere, alla lunga, un problema, per la fruibilità di una musica che lascia un margine troppo breve alla variatio. La title track è il massimo che ci si può aspettare, vorticosa, tremenda, in un certo senso Sonicyouthiana, ma molto melodica, eppure più simile ad un rito magico che ad un canonico pezzo rock, e questa è la sua forza e l'intuizione, per ora, di questa band.
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