SAINT: CRIME SCENE EARTH

Americani di nascita, inglesi per scelta musicale, i Saint, band annoverata tra i fondatori della corrente del Christian Metal made in USA pubblicano il loro sesto album. E subito si nota come la scelta di attenersi agli stilemi delle correnti inglesi del periodo ottantiano sia stata mantenuta anche questa volta: se infatti la qualità dell'incisione e del mixaggio sono assolutamente attuali, la scuola di riferimento è palesemente quella dei Judas Priest, con qualche rimando (più indiretto che altro) agli Accapt; a conferma di questo spicca nella tracklist anche una cover dei Priest ('Invader'), perfettamente amalgamata e bilanciata con le restanti otto tracce del disco. Interessante è notare come, almeno in fase di incisione (rimarrà poi da vedersi se dal vivo sia la stessa cosa), il vocalist Kramer si sia "riposato", cantando solo tre pezzi, mentre gli altri sono stati affidati al bassista Lynch, che ha peraltro dimostrato di possedere una timbrica perfettamente affiancabile a quella di Kramer stesso. Il tutto, ovviamente, in purissimo stile Halfordiano. Pregi e limiti in questo disco ce ne sono: i pregi sono principalmente associabili alla qualità tecnica ed alla conoscenza della scuola; i limiti stanno essenzialmente nella mancanza di un tocco di personalità: alla prova dei fatti ci troviamo davanti ad un disco virtualmente targato 1987 ma materialmente scritto e pubblicato nel 2008. E' evidente che ai nostalgici questo farà piacere, ma permane la sensazione che si potesse dare di più, infondere un nuovo spirito in questo lavoro, mantenendo sì la struttura di base (un ottimo Heavy ottantiano, niente da dire) ma scrollandogli di dosso quella vaga sensazione di "stantio". Non è certo semplice scrivere oggi un disco ottantiano che suoni attuale, ma si può fare: speriamo quindi che, per il prossimo lavoro, i Saint un pensierino ce lo facciano.