POLEY, TED: COLLATERAL DAMAGE
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05/05/2006L'uscita di Ted Poley dai Danger Danger, avvenuta nella prima metà degli anni novanta, aveva portato il singer statunitense a costituire due nuovi progetti mai eccessivamente amati dai fans precedentemente acquisiti, un po' per la direzione musicale ulteriormente melodica da questi intrapresa, un po' per colpe individuabili in un sound eccessivamente essenziale e limitatamente prodotto, elemento che finì per oscurare, almeno nella parentesi dei Melodica, quanto di buono proposto a livello compositivo. Questa volta però il buon Ted, unitosi in team con il chitarrista degli Adriangale Vic Rivera, sembra aver finalmente trovato la propria dimensione ideale, una dimensione in cui la solidità della produzione rievoca senza mezzi termini il proprio passato (e, ora come ora, futuro) all'interno dei Danger Danger, il tutto miscelato con evidenti influenze di stile Adriangale e comunque presenti echi derivanti dalle già citate parentesi Melodica e Bon Machine. "Collateral Damage" può essere quindi considerato, e a ragione, il miglior episodio della carriera solista di Ted Poley, un album solido e quadrato sotto tutti i punti di vista, ricolmo di brani accattivanti e caratterizzato da una cura dei particolari indubbiamente elogiabile. A livello musicale il preparato Rivera si è accollato le parti di tutti gli strumenti coinvolti (ad eccesione delle parti di tastiere, ad opera di Alex Salzman, e alcuni assoli di chitarra, per i cui grandi ed inattesi autori vi lascio la visione nella line-up del cd), dimostrando così la propria raggiunta maturità di artista a trecentosessanta gradi, cosa che fa molto ben sperare in attesa della nuova prova in studio dei suoi Adriangale. Per quanto concerne il songwriting ci troviamo di fronte a dieci brani facilmente assimilabili e di ottimo impatto sonoro, canzoni all'interno delle quali spiccano le fantastiche "Curtain Call" e "Rise", due brillanti e differenti esempi (grande power ballad la prima, classico e rockeggiante mid-tempo il secondo) perfetti nell'inquadrare questa nuova parentesi della carriera solista del sempre gradito Ted. Questo "Collateral Damage", in conclusione, riuscirà senza dubbio a sanare quello strappo creatosi tra il Ted solista e i vecchi fans acquisiti tramite i Danger Danger, i quali potranno finalmente riascoltare un singer alle prese con i tipici fasti del grande hard melodico. Un cd che ha rispettato tutte le premesse che lo avevano accompagnato alla propria presentazione, fattore che obbliga i dovuti complimenti nei confronti della label americana Kivel Records.
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