Pharaoh: Bury The Light
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14/05/2012Quarta fatica discografica per gli statunitensi Pharaoh che con questo nuovo lavoro dimostrano ancora una volta la loro maturità tecnica e stilistica, e ci regalano delle sonorità legate alla matrice heavy/power a stelle e strisce, ma forti di una personalità assai pronunciata. 'Bury The Light' gode di un sound massiccio, quadrato e spietato, e diventa arrembante attraverso le linee di basso create da Chris Kerns che raggiunge il suo apogeo durante l'esecuzione di "Graveyard Of Empires", in cui fa letteralmente la parte del leone, e le terrificante ritmiche imposte da quella macchina da guerra dietro le pelli che risponde al nome di Chris Black. Senza dimenticare l'eccellente lavoro di rifinitura svolto dal talentuoso chitarrista Matt Johnsen che, oltre ad arricchire di linee melodiche i vari brani del disco, regala ai fan degli assoli davvero notevoli. L'apertura del cd è affidata a "Leave Me Here To Dream", brano che tra accelerazioni improvvise a parti molto cadenzate racchiude la quintessenza del combo. Con "In Your Hands", invece, il gruppo ci delizia con un overdose strumentale in puro stile power che sfocia in una devastante cavalcata che fa tornare in mente i vecchi fasti degli Omen. Citazione a parte meritano sicuramente l'epica "Castles In The Sky", brano in cui le doti vocali di Tim Aymar vengono messe in chiara luce, e "The Year Of The Blizzard", traccia che dopo un'intro ad alto tasso melodico, lento ed atmosferico, alterna momenti cadenzati ad improvvise accelerazioni. Allora si fa presto a concludere, affermando che 'Bury The Light' rappresenta un'ottima prova che gli amanti di band quali Sanctuary, Helstar e Meliah Rage non potranno non prendere in considerazione.
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