NOCTEM: OBLIVION
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19/06/2011Secondo album per i Death/Blackster iberici, che dopo lo sfavillante debutto di due anni fa, tornano alla carica con questo terremotante 'Oblivion'. Superata l'immancabile intro, i Noctem mettono subito le cose in chiaro con una violentissima mazzata sui denti di nome "The Arrival Of The False Gods ", brano che subito porta alla luce le differenze con il disco precedente. Batteria triggeratissima, al limite del fastidio. Riff contundenti e tecnici, fendenti nelle costole che tolgono il respiro, violenza allo stato puro. Non si può far a meno di notare le somiglianze col sound dei Behemoth di 'Demigod', in particolare col brano "Sculpting The Throne Ov Seth". Tornano i maestri polacchi anche nell'epica e complessa "Abnegation And Brutality ", ma sentiamo sonorità più black nella successiva "Invictus", altra mazzata dalla batteria triggerata. Un omaggio agli Slayer la violenta "Sons Of Hun-Vucub ", soprattutto nell'assolo che potrebbe tranquillamente averlo suonato Kerry King ai tempi di 'South Of Heaven'. Molto intenso e magniloquente, ma senza eccedere, il mid tempo "Unredemption ", arricchito da elementi orchestrali sinfonici, preludio alla tellurica title track, brano di un'epicità inarrivabile. Poi addirittura una ghost track. Che dire, dall'album precedente sono cambiate diverse cose: produzione, più pompata e moderna, complessità e livello tecnico generale, violenza e approccio sinfonico, assai minore in questa sede. La qualità sale, il mordente cala, anche se di poco. Certo, nell'insieme aggiunge assai poco a quanto Behemoth o Belphegor dicono da parecchio tempo, ma ciononostante 'Oblivion' è un album devastante, irrinunciabile per un extreme metaller degno di questo nome.
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