NESTOR: Kids In A Ghost Town
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01/11/2021"Non è mai troppo tardi per diventare ciò che avresti potuto essere". Questo aforisma di George Eliot, nel concetto espresso da quel condizionale passato, calza perfettamente alla band di cui andremo a scrivere oggi. Nati sul finire degli anni '80 in Svezia, i Nestor arrivano soltanto oggi al debutto discografico. Se questo disco fosse uscito nei mid 80s, possederebbe tutti i crismi per appartenere alla categoria Lost Gem. Autoprodotto, AoR Heaven viene in aiuto per la distribuzione fisica del disco. L'intro a fuga, con suoni di sirene, sgommate, voci computerizzate che avvertono di un prossimo pericolo, ci riconsegna ai tempi in cui questa apertura era abusata, e mandava i livelli del testosterone agli apici. Si parte con "On The Run", heavy e melodica; non inventa nulla, ma rimane in testa (da non perdere la versione piano e voce sul Tubo). La title track segue le medesime coordinate e dopo solo due canzoni certo è che stiamo trattando di un disco tanto anacronistico quanto affascinante. Saltuariamente, affrontando i chorus andremo a percepire la sensazione di già sentito. "Stone Cold Eyes" lo prende in prestito da "Hold Back The Night" dei Giant; "Tomorrow", in duetto con la rediviva Samantha Fox, dall'omonima degli Europe. Ad ogni modo entrambe le canzoni presentano strutture differenti paragonate a quelle ben più famose e l'esperienza d'ascolto non risulta compromessa, tutt'altro. "Perfect 10" la cito tra le mie preferite caratterizzata da un incidere in crescendo, con quel ritornello che richiama gli occhi di Demi Moore supportato da un ottimo tappeto di tastiere. Il concetto di anacronismo viene rafforzato dal brano "1989", molto Treat periodo 'Organized Crime'. Una nota di merito per il timbro di Tobias Gustavsson, un clone di Dennis Ward dal registro più pop. Se siete nostalgici dei vari Europe, Bon Jovi, Treat, Giant, di produzioni in grado di risaltare ogni singolo strumento evidenziando la dinamica del brano, consiglio vivamente un ascolto a 'Kids In A Lost Town'.
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