NECRONOMICON: Unus
data
02/06/2020A tre anni di distanza dal precedente capitolo tornano sulla scena i canadesi Necronomicon. Il loro death metal, sfumato con il black e con maestose suite sinfoniche, è certamente collaudato e di qualità. Tecnica, produzione eccelsa e gusto per le melodie, sono il marchio di fabbrica di una band di valore, mai schiava di armonie fini a sé stesse, di orchestrazioni gonfie e ridondanti. Unus è l’esempio di come si possa fare musica estrema, sposandosi perfettamente con la sinfonia, senza risultare pacchiana. Atmosfere apocalittiche, caduta da un precipizio ripido e buio, dal quale poi librarsi in volo. Anime dannate, magia ed occultismo, il tutto sfaccettato tra pennellate di death metal e ritmiche incisive. L’impasto di voci e strumenti non è mai lasciato al caso, coralità e poi pause riflessive che lasciano estasiati per gusto e personalità. Il difficile compito di risultare essenziali e al contempo, magniloquenti, è certamente il punto di forza di un project che ha unito il filone della morte, con quello più tenebroso del symphonic black, senza snaturare né l’uno né l’altro. I parallelismi che ci saltano per la mente sono quelli con Behemoth, Dimmu Borgir e band della scuola polacca in genere. Ci vorrebbe un po’ di coraggio in più, quella personalità che ci aspettiamo e che farebbe fare il decisivo salto di qualità ad una band di valore, a cui manca però ancora qualcosa.
Commenti