AMENRA: De Doorn
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29/07/2021Gli Amenra si formano nel 1999 in belgio e dal 2003 iniziano a sfornare una copiosa produzione (prevalentemente EP e singoli oltre a una decina di lavori sulla lunga distanza) alla quale è veramente difficile stare dietro. Ho avuto il piacere e la fortuna di essere stato tumulato vivo da un loro concerto (cioè la situazione in cui esprimono al meglio tutte le loro potenzialità, di seguito il live report www.hardsounds.it/live-report/amenra-monk-club;) nel 2018 a Roma per il tour di “Mass VI. Il nuovo lavoro (che segna il passaggio alla Relapse records ed è cantato in fiammingo – la loro lingua) è identificato da una copertina che ricorda molto ‘October Rust’ dei Type O Negative. Il songwriting fondamentalmente è rimasto lo stesso (non aspettatevi voli pindarici o parti progressive, è tutto molto lineare): postcore dall’intro placido – crescendo – devastazione finale; gli arpeggi sono stati sostituiti da parti ambient/drone, la vera novità consiste nelle vocals pulite che ammorbidiscono talvolta le strazianti urla belluine e qualche spaccato melodico sepolto sotto una coltre spessissima di rumore di chitarre sature. Sensazioni di sconforto, perdita, dolore insopportabile, lacerazione dell’animo ed infine catarsi: questa è ciò che il sound dei belgi porta in dote. La colonna sonora dell’apocalisse. Non c’è bellezza senza spine, non c’è gioia senza dolore.
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