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MOONSTONE PROJECT: TIME TO TAKE A STAND

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18/07/2006
82


Genere: Hard-Rock
Etichetta: Majestic Rock
Anno: 2006

Gli italiani lo fanno meglio? Probabilmente sì, o almeno così sembra per quanto concerne il campo delle storiche sonorità hard-rock, riesumate ancora una volta, con grande carisma e qualità da vendere, da parte di uno degli axeman nostrani più in voga ultimamente, alias Matt Filippini. Il buon Matt, alla faccia dei tanti blasonati colleghi sparsi per il suolo internazionale, è riuscito nella monumentale opera di riunire, in un solo cd, alcune delle più rinomate rock-stars di tutti i tempi per quanto concerne il campo della musica hard e limitrofa, dando così vita ad un progetto (il tanto vociferato Moonstone) in grado di concorrere in grande spolvero con tutte le più grandi uscite attualmente sul mercato. Ed è così, grazie innanzitutto ad una line-up assolutamente da urlo (come ben segnalato nell'apposita sezione), che prende forma il qui discusso "Time To Take A Stand", album composto da nove tracce indissolubilmente legate allo stile hard in voga nei mai dimenticati anni settanta ad opera di maestri quali Deep Purple et similia, tutte stracolme di grande qualità esecutiva ed impreziosite, come era giusto attendersi, da un buon lavoro di produzione. L'indimenticata ugola dei Baton Rouge Kelly Keeling dà il via al cd con la frizzante "Slave Of Time", traccia nella quale il nostro Matt mette subito in chiaro di non sentirsi assolutamente a disagio di fronte alla grandezza dei tanti ospiti coinvolti, fattore evidenziato da una serie di ispiratissimi solos perfettamente incastonati all'interno del restante tessuto strumentale. E se la lode totale ai seventies si materializza con la successiva e rombante "Not Dead Yeat", è con la ipnotica "Fire & Water", trainata dalla grande prova dietro al microfono di Enrico S. Madidini dei Midnite Sun, che "Time To Take A Stand" inizia a prendere seriamente il volo, raggiungendo picchi elevati in "Beggar Of Love" (con il grande James Christian [House Of Lords] alla voce) e nella strepitosa "Where Do You Hide The Blues You've Got", trascinata con immensa classe addirittura da sua maestà Mr. Glenn Hughes. Fermarmi ad analizzare ulteriormente le altre tracce del cd sarebbe solo un'inutile perdita di tempo, e questo perché l'esordio discografico del progetto Moonstone merita di essere assaporato lentamente dalla prima all'ultima nota, il tutto lasciandosi trasportare dall'enorme feeling musicale di Matt Filippini e soci (con tanto di segnalazione, oltre alle storiche star coinvolte, ad Alessandro Del Vecchio degli Edge Of Forever ed Alex Mori dei Midnite Sun), musicisti passionali capaci di racchiudere, in un solo cd, un'autentico deja-vu di una luminosissima epoca. Un passaggio a livello assolutamente obbligato, in particolare per tutti i cultori tutt'ora ancorati ai fasti sonori distribuiti tra anni settanta e primi ottanta.

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