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MOONGARDEN: SONGS FROM THE LIGHTHOUSE

data

09/04/2008
78


Genere: Prog Rock
Etichetta: Galileo Records
Anno: 2008

Quattro anni sono passati dal precedente e ottimo album Round Midnight ed ecco che tornano sulle scene i Moongarden, gruppo italiano dedito al prog rock nelle sue varie sfaccettature ed influenze. Rispetto alla line up del disco precedente 'Songs From The Lighthouse', questo il titolo del disco, presenta non pochi cambiamenti: sono rimasti solo Roversi e Tagliasacchi, i due cuori pulsanti del gruppo, e sono arrivati un nuovo chitarrista ed un nuovo batterista, mentre alla voce c'è il ritorno di Baldini Tosi, già vocalist su Moonsadness primo album della band. Entrando nel vivo del disco non possiamo notare subito il buon lavoro di Ed Unitsky nell'artwork sia della copertina che del libretto che accompagnano il cd. Mettendo il disco nello stereo ci accorgiamo altrettanto velocemente che c'è stato un cambio di rotta rispetto all'uscita del 2004: si è lasciata un po' da parte la vena psichedelica ed il gruppo ha virato verso un prog rock più classico anche se comunque in certi frangenti ricercato e particolare. In questo cambio di rotta parte importante l'ha sicuramente avuto proprio il nuovo vocalist che ha partecipato alla stesura di praticamente tutti i brani del disco insieme a Roversi. Nei 76 minuti complessivi di durata passiamo da brani brevi come "Emotionaut" e "Flesh", quest'ultimo con un corte e polemico testo in italiano, ad altri molto articolati come "Solaris", probabilmente la traccia migliore, "Dreamlord" e "The Lighthouse Song". Da segnalare anche che nella traccia "That Child" c'è la partecipazione alle tastiere del leader dei The Tangent Andy Tillson. Nel complesso ci troviamo di fronte ad un lavoro articolato e ben fatto che gli amanti del prog rock potrebbero trovare interessante, anche se devo dire che a differenza di Round Midnight non mi ha fatto scattare quella scintilla in più che mi aveva permesso di definirlo una delle migliori uscite del 2004. 'Songs From the Lighthouse' è sicuramente un disco valido, ma probabilmente è più allineato alle altre uscite del genere e per questo risente un po' della mancanza di quello stile particolare proposto in precedenza. Comunque è un'ottima base di partenza per i lavori futuri, soprattutto se non ci saranno altri sconvolgimenti nella composizione del gruppo, dando alla band la chance di migliorare.

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