MONO: The Last Dawn - Rays Of Darkness
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13/10/2014Per la pubblicazione del settimo lavoro, la band giapponese (un vero e proprio fiume in piena) ha necessitato di un doppio cd per includere tutto ciò che è stato partorito dalle menti vulcaniche e antisismiche (trattandosi del Giappone) dei membri. Il loro post rock/shoegaze si fa ancora più orchestrale (meraviglioso l'utilizzo della tromba sulla scia dei jazz-noisers francesi Prohibition - vedi "Surrender"), aprendosi all'esplorazione del lato oscuro dell'animo umano (nel disco 'Rays Of Darkness'), come quello solare (nel contraltare 'The Last Dawn'), attraverso il caleidoscopio di emozioni che i due lati della stessa medaglia sanno evocare: amore e morte, gioia e dolore, speranza e sconforto, rabbia e delusione, catarsi e purificazione. I dischi sviluppano le diverse fasi che hanno a che fare con la perdita di una persona cara: la tragedia, il funerale, la somatizzazione del dolore, la quiete dopo la tempesta ("Kanata" e "Cyclone" i brani più belli e contestualmente i più struggenti), i crescendo ed i diminuendo segnano le fasi del lutto, rendendo addirittura palpabile il dolore. Ad onor del vero bisogna precisare che spesso i nipponici indulgono nel "plin plin", cioè negli arpeggi e nei vibrato (che alla lunga stancano), prima di dar sfogo alle maestose e trascinanti esplosioni melodiche o postcore; Tetsu Fukagawa dei post-corers Envy si occupa delle vocals in "The Hand That Holds The Truth", per la prima volta nella carriera dei Mono.
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