METALLICA: METALLICA
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19/01/2004Il quinto lavoro dei Metallica incuriosisce fin dalla copertina : un nero uniforme su cui è (poco) visibile, e in controluce, l'immagine di un serpente stilizzato : di qui il motivo per cui "Metallica" è meglio noto al grande pubblico come "Black Album". Rispetto al precedente, elaboratissimo e perfettamente suonato "…And Justice For All", l'unica cosa rimasta invariata è la line-up, perché per quanto riguarda tutto il resto, sembra che all'interno del gruppo di San Francisco si sia scatenato un tornado rivoluzionario. La band che nemmeno dieci anni prima aveva dato "il la" al thrash metal si presenta al pubblico con dodici canzoni che lasciano totalmente sbigottiti i fan della prima era : tutto ciò che aveva contribuito a creare il mito Metallica ed a inciderlo a fuoco nel cuore dei metallari di mezzo mondo, come i riff granitici di "Damage Inc." o le accelerazioni di "Whiplash", viene pesantemente messo in secondo piano, a favore di una maggiore attenzione per la forma della canzone e per le linee melodiche dei ritornelli, che in alcuni casi risultano decisamente radiofonici. Il tutto supportato è da una velocità d'esecuzione che, salvo qualche raro caso ("Through The Never" e "The Struggle Within"), ci mostra una band che sembra suonare al rallentatore… tuttavia, anche se spiazzante sotto molti punti di vista rispetto al passato, il "Black Album" si rivela comunque all'ascolto abbastanza piacevole, anche grazie ad una produzione che molti indicano come la migliore mai realizzata in ambito metal. Un brano come "Enter Sandman", il cui ritornello potrebbe essere cantato da chiunque mentre si fa la barba, gioca un ruolo importante nel suscitare attorno ai Metallica l'attenzione anche da parte di quel pubblico precedentemente loro ostile a causa del loro heavy sound; se poi aggiungiamo, come ciliegina sulla torta, la presenza di due ballads da lacrima sul viso, allora è facile capire perché il gruppo venga catapultato ai vertici del metal mondiale, superando perfino gli Iron Maiden (in un momento non proprio felice della loro storia). Proprio le due ballad, "Nothing Else Matters" in primis e "The Unforgiven" poi, sono forse le due migliori composizioni del lotto, e ciò dovrebbe rappresentare un inquietante campanello d'allarme: se i Metallica riescono ad esprimersi al meglio solo discostandosi parecchio dai canoni thrash metal delle origini, allora c'è forse qualcosa che non quadra? In effetti, col passare del tempo, tutte le ipotesi hanno trovato conferma, individuando nel "Black Album" il primo atto di un declino di non facile spiegazione : i pezzi proposti, per ben costruiti che siano, non reggono minimamente il confronto col passato glorioso della band; anche un brano monolitico del calibro di "Sad But True" potrebbe benissimo annoiare dopo qualche ascolto, visto che si sviluppa attorno ad un tracciato troppo lineare, decisamente monotono a lungo andare. Quando l'album sembra destinato a terminare arriva però, in chiusura, un piacevole colpo di coda: "The Struggle Within" è un'iniezione di fiducia per i fan, che in essa potrebbero riconoscere stralci del vecchio thrash sound made in 'Frisco, e magari sperare in un futuro e deciso ritorno dei Metallica ai loro standard precedenti. Inutile dire che tutte le speranze col tempo si sono rivelate vane.
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