LIFEND: INNERSCARS
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03/09/2004E così anche i milanesi Lifend arrivano al primo full lenght album della loro giovane carriera: dopo due mini di buona fattura, questo interessante "Innerscars" potrebbe presto lanciarli verso una maggior notorietà. E sarebbe un risultato senz'altro meritato. Continuamente in bilico tra atmosfere gotiche e incursioni in territori più aggressivi dove regna il growling catacombale di Roberto, la proposta del quintetto lombardo riesce a coinvolgere l'ascoltatore per tutti i nove brani, grazie a composizioni dinamiche e cariche di feeling. Buona parte del merito va alla prova di Sara e Alberto, le cui interpretazioni dietro i microfoni si completano armoniosamente, dando vita ad avvincenti linee vocali. E' comunque tutto il gruppo che funziona, così come la produzione, che riesce a rendere ancor più corposo, solido e accattivante il lavoro della band. Per certi versi simili ai più famosi Lacuna Coil (ma molto più violenti), i Lifend danno l'impressione di essere già una band molto matura, che sa dove vuole arrivare e conosce la via migliore per raggiungere la destinazione senza perdersi in passaggi a vuoto. "Innerscars" è una fucina di emozioni perfettamente trasformate in musica dalla creatività del combo lombardo: si va dall'oscura e ipnotica title-track, con le sue emozionanti digressioni, fino alla tellurica "Spiral Dance", che mostra il lato più irrequieto della band. Sopra la media troviamo poi l'ottima "Blood-Red-Pain" e la dirompente "Open Wind", in cui rabbia e melodia sono ancora una volta sapientemente amalgamate.
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