LEAVES' EYES: Sign Of The Dragonhead
data
25/01/2018Sostituire una voce ed una personalità di grande carisma come Liv Kristine non è mai semplice per una band metal; figurarsi per una band come i Leaves’ Eyes che, assieme alla figura del suo ex compagno Alexander Krull, teneva principalmente le redini del discorso facendo da ottima controparte leggiadra, e donando quei tocchi di eleganza essenziali che hanno arricchito il sound aggressivo e da veri condottieri nordici dei Leaves’ Eyes. Ebbene, con l’ingresso della soprano finlandese Elina Siirala, la quale ha avuto modo già di cimentarsi in un periodo piuttosto lungo segnato prima da varie date dal vivo in giro per il mondo, che hanno avuto un seguito considerevole in un periodo segnato da critiche continue, tra i vari social, nei confronti della band e di Krull in particolare, per la fuoriuscita di Liv Kristine, e poi dalla pubblicazione dell’EP ‘Fires In The North’, nel quale ha potuto farsi conoscere su ampia scala, sembra che la band abbia trovato una valida sostituta che cerca di porsi sullo stesso livello di colleghe più rinomate (senza fare tanti nomi, Floor Jansen, Sharon Den Adel, Dianne Van Giersbergen, e via via tutte le protagoniste del symphonic metal attuale). Ovviamente, ne deve percorrere di strada per poter raggiungere la fama che ha avuto Liv Kristine, ma già con ‘Sign Of The Dragonhead’, settimo album della band tedesca che consolida in maniera incontrastata il rapporto con la AFM Records, si possono intravedere delle buone qualità dal punto di vista lirico, sebbene sembri alla lunga omologarsi su linee vocali e su timbriche già sentite da più parti. Affiancata da parti musicali e da arrangiamenti non particolarmente complicati, ma comunque efficaci, il risultato dimostra essere alla fine più che discreto, per un album che, come i precedenti, continua a raccontare le grandi storie belliche dei popoli vichinghi; in particolare nella title-track iniziale, che fa esordire in maniera baldanzosa l'album con un metal piuttosto martellante, si è voluto continuare a raccontare le mitiche gesta del re Harald I di Norvegia, già ampiamente affrontate nel precedente ‘King Of Kings’, e scorrendo tra i vari brani ci si imbatte in altre situazioni e vicende che toccano diversi punti del Nord Europa, dalle zone baltiche fin su nelle terre islandesi. Il tutto mantenendo lo spirito guerriero capitanato, come sempre, dal growl denso di Alex Krull, che ha prodotto l’album nei suoi Mastersound Studios, assieme al chitarrista Thorsten Bauer. I brani hanno una vitalità piuttosto presente e marcata, andando a toccare sonorità vicine al folk come in "Across The Sea" e in "Riders Of The Wind", aspetti melodici e ritmati di buon affidamento come nell’ottima esecuzione da parte della Siirala di "Völva", oltre ovviamente al metallo pesante presente soprattutto nella conclusiva “Waves Of Euphoria”, dove la band viene positivamente supportata dall’accompagnamento dell’ensemble bielorusso della Victor’s Smolski Almanac Symphony Orchestra. Principalmente, l’album è un mix tra heavy metal moderno, disegni folkeggianti di stampo sia prettamente pagan, sia di richiami vicini ad atmosfere celtiche, e ampie melodie confortevoli che sembrano essere il pane adatto per la vocalità della Siirala, e sulla quale sono stati costruiti gran parte degli arrangiamenti, per un prodotto finale sicuramente alla portata. Chi credeva che dopo la dipartita di Liv Kristine la band fosse solo destinata al suo inesorabile declino, con questo ‘Sign Of The Dragonhead’ dovrà forse un attimo tornare a ragionarci su, perché i Leaves’ Eyes sono ancora in grado di dire la propria nel mondo symphonic e folk metal.
Commenti