LA MORTE VIENE DALLO SPAZIO: Sky Over Giza
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12/10/2018Esoterismo, spazio infinito, leggenda e ritualità che trovano spiegazione in civiltà extraterrestri, ecco cosa i La Morte Viene Dallo Spazio ci raccontano. Turbinio psichedelico di note, per una band misteriosa e dedita ad un sound dilatato, quasi senza tempo per qualità e capacità di estasiare. Parliamo di space rock dal passato, in un ideale flusso di luci che in realtà attraversa il tempo senza intravederne un’origine chiara. Sorgente interiore forse, per una musica che va a colpire l’anima, senza filtri o barriere, libertà espressiva che non vuole cercare consensi, ma semplicemente dare tutta se stessa. Ep intenso e coraggioso, tetragono che si scompone, moltiplicando le sue facce e riflettendo i sentimenti che da ognuno di noi risplendono, con i rispettivi colori e sfumature. Sfaccettate note, specchio che si frantuma e che tiene dentro di sé qualcosa di noi. Gli artisti paiono voler costruire una colonna sonora vera e propria, immagini che ciascuno di noi potrà immaginare, sognando un volo pindarico verso universi sconosciuti. Voliamo così, sospinti dall’entusiasmo, all’interno di un caleidoscopio di sensazioni, dapprima raggelante tocco, poi goccia di rugiada che alimenta un fiore che sboccia, sfavillando livree sconosciute. Questo lampeggiare ipnotico, la sensazione di mutabilità e le tinte anni settanta sono tuffo al cuore per gli appassionati, ma non solo. Basterà avere gusto e sensibilità, unitamente ad un palato raffinato per apprezzare l’Ep. “Sky Over Giza” ha un non so che di esotico, quasi le piramidi “spaziali” in copertina fossero l’alter ego della civiltà egiziana, quasi ne esplicassero i misteri tra ritualità e scienza. Speriamo di incrociare presto un nuovo lavoro de i La Morte Viene Dallo Spazio, un full-legth vero e proprio magari, dalla durata più corposa, in grado di sviluppare meglio le già interessanti idee viste nell’ottimo Ep.
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