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KICK: NEW HORIZON

data

12/10/2004
79


Genere: Melodic Hard-Rock
Etichetta: Majestic Rock Records
Anno: 2004

Quando si parla di hard-rock melodico si è spesso portati, nel nostro immediato immaginario, a pensare ad un genere strettamente legato alle reminescenze eghties, anche a discapito dei numerosi anni trascorsi tra la propria nascita e le tante contaminazioni sonore ad esso relative. E' quindi cosa assolutamente riduttiva accumunare tale stile musicale ad un ambiente chiuso e restio alle novità, perché se da una parte il nucleo del movimento in sé non ha mai risentito di grandi stravolgimenti nel corso dei vari decenni, è altresì vero che in molti si sono imbattuti in una vera e propria opera di rivisitazione del genere, atta a modificarne alcuni dei parametri cardine dello stesso. Proprio all'interno di questa ultima schiera di artisti mi sento di inserire i Kick, una band capace, nonostante l'oggettiva difficoltà relativa, di rielaborare il discorso melodico del rock in un concentrato sonoro piuttosto particolare, fatto di suoni stranamente cupi che difficilmente si sposano con le peculiarità insite nel genere. Il risultato di fondo è una proposta di indubbio interesse, che vede nel cd in questione un'uscita composta da tracce grige e raramente accomodanti, perfettamente sposate con lo stile decadente della cover in cui vegono raffigurati due inquietanti scheletri, abbigliati con tute anti-radiazioni e situati in una stazione metropolitana. Il primo fattore a cui accumunare le sensazioni provocate dall'ascolto di "New Horizon" è il tipico cielo grigio che fa capolino sulle grandi metropoli, in cui elementi freddi come metallo e cemento si alternano l'un altro in uno scenario povero e desolante. L'idea di fondo sembrerebbe in gran parte ispirata alla concezione dell'attuale società, vista probabilmente con occhio largamente critico dalla parte del singolo individuo, logorato e perché no, dominato, dalla sempre crescente magniloquenza dei potenti del pianeta. Pochi i brani con qualche raggio di sole, molti invece gli spunti tristemente scoraggianti, che trovano il loro terreno fertile nei riffs acidi della chitarra di Chris Jones, guitar-player attento a catturare le diverse sfumature che gli accordi più ricercati riescono a nascondere. La produzione è di buon livello, e riesce a valorizzare al meglio tutto il discorso sin qui enunciato, mentre quello che lascia spesso (non sempre positivamente) sbigottiti è la difficile avvicinabilità dei vari pezzi, elemento che potrebbe inibirne a molti la chiave di volta del cd stesso, sporadicamente cesellato di momentanee escursioni in terreni vagamente alternative. Il nuovo capitolo della musica dei Kick è qualcosa di ancora più difficilmente accessibile rispetto al precedente "Sweet Lick Of Fire", per cui metto in guardia tutti gli interessati in relazione ad un eventuale acquisto a scatola chiusa, molte sono infatti le insidie ad esso legate. Nonostante ciò vi assicuro che ci troviamo di fronte ad un lavoro assolutamente particolare, che potrebbe diventare qualcosa di assolutamente imperdibile e ricercato per tutti gli amanti delle novità quasi obbligate. Desolatamente complicato, ma affascinante.

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