JUGGERNAUT: Trama
data
30/01/2015Immaginate di ritrovarvi improvvisamente catapultati verso la fine degli anni settanta, in un mondo che oggi definiremmo vintage, con tutti quegli oggetti che hanno accompagnato l'infanzia di chi ha superato i quaranta anni da un pezzo (per i più giovani sono solo anticaglie), musicato da swing + noise e jazzcore ("Ballo Excelsior", "Crapula"), con il minimo comune denominatore del post rock/post core ammorbidito dal tango ("Pietra Grezza"), dal lounge e ambient ("Vitriol" e "Tenet"), fantasmagoricamente amalgamati tanto da travalicarne i generi stessi: "Egregoro", dieci minuti di trasvolate oceaniche di progressive rock, di maestosi crescendo e diminuendo da pelle d'oca. I Juggernaut sono un combo strumentale romano (da non confondere con gli americani), alla seconda prova dopo aver abbandonato il cantato del disco d'esordio ed un mondo prettamente postcore, mutano pelle come chi è scampato all'esplosione di una centrale termonucleare o di una bomba atomica, ma non al fall out susseguente, e riportano una trasmutazione cellulare che gli permette di sfruttare al meglio le accresciute potenzialità cerebrali. Registrato agli Hombre Lobo Studios e prodotto da Valerio Fisik in maniera scarna, ma pulita (senza sovraincisioni o trigger di sorta), tanto che gli strumenti sono tutti perfettamente intellegibili. Simbolismi esoterici in copertina, citazioni spirituali (egregoro = insieme di pensieri che hanno la stessa finalità, i quali, opportunamente canalizzati creano energia atta a raggiungere un determinato fine che può essere benigno o maligno: esempio le preghiere di una qualsiasi religione), c'è tanta di quella carne al fuoco a corredo di quest'opera (persino la trama del disco https://juggernautband.wordpress.com/ita/) da suscitare interesse anche nell'ascoltatore più apatico.
Commenti