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JcJess: Battlefront

data

04/12/2011
85


Genere: Heavy Metal
Etichetta: Brennus Music
Distro:
Anno: 2011

Questo disco è una bomba! Introduzione inusuale, ma quantomeno necessaria: è stata infatti l'immediata reazione al termine del primissimo ascolto. E chi si sarebbe mai aspettato un simile capolavoro da una sconosciutissima band che scopro esser giunta con 'Battlefront' al traguardo del terzo album? Ma procediamo con ordine: qui di carne al fuoco ce n'è veramente tanta e condita in modo superlativo. Le ostilità si aprono con una intro battagliera e minacciosa che fa da preludio alla fucilata in arrivo con il primo capolavoro del disco, "Saviour", song spaccaossa in stile Nevermore che mette subito in chiaro con chi e con cosa dovremo aver a che fare per i prossimi sessantacinque minuti. Rotti gli indugi, si prosegue spediti con "Walk With Us" ed il suo massiccio groove che non avrebbe affatto sfigurato nel songbook del miglior Zakk Wylde, seguita dalla potente "Decline" che nemmeno i Judas Priest sarebbero più in grado di comporre. "Deads Are All Great", con la sua apertura addirittura neoclassica, si sposta su territori power/speed con grande maestria ed ottimo gusto e si lega, nel finale, al secondo pezzo da novanta, ossia la gothicheggiante e stupenda "Remember", una sorta di "Enlighten Me" di Masterplan-iana memoria, ma dieci volte meglio! "Prepare, Aim, Fire" ci riporta su sentieri nuovamente heavy e groovy, mentre "Soldier" ci regala l'highlight assoluto del disco, un assalto frontale che non lascia scampo, virato com'è su sonorità thrash e heavy pesanti come un macigno, con uno scream degno del Rob Halford dei bei tempi ed un finale persino in blast beat sorretto da una oscura tastiera e da urla strazianti, a disegnare uno scenario tragico e drammatico da brividi! "Frontline" torna momentaneamente su lidi Priest-iani prima della bellissima ballad "Irreversible Damages" (con finale simile a "November's Rain"), mentre "Crappy Day" e "Requiem" (tanto heavy e speed la prima quanto evocativa e cadenzata la seconda, in stile Symphorce) ci accompagnano magistralmente verso la fine, attraverso "Backfire" (power speed di alta scuola) e la magnifica e conclusiva "First Time I Was Born", sorta di semi ballad à la Iced Earth. Troppi stili diversi in un unico lavoro? Troppa confusione sulla direzione da intraprendere? Tranquilli, pericolo scampato: i JcJess riescono nella non facile impresa di amalgamare perfettamente tutto e far convivere armoniosamente tutte le varie sfaccettature grazie ad una attenta e sapiente distribuzione dei brani, ad una produzione potente e moderna, a suoni compressi e pesanti come non mai, e ad una atmosfera di fondo che agisce da perfetto collante. L'apparato tecnico di assoluto prim'ordine (particolare plauso va al cantante/chitarrista Jc Jess, autore di una performance spettacolare su entrambi i fronti) con assoli di gran gusto e refrain memorabili, l'impianto lirico (dedicato alla guerra) ottimamente strutturato che tocca sia il lato materiale, sia quello più introspettivo del tema e l'artwork ed il packaging curati e di alta qualità (presente perfino un bonus dvd live) aggiungono ulteriore valore a questo gioiello metal praticamente perfetto che si candida a miglior uscita dell'anno, senza esagerazione alcuna. Qui, purtroppo, l'unica cosa che manca è un colosso come la Nuclear Blast che sappia valorizzare e diffondere al meglio le enormi potenzialità di questi ispiratissimi ragazzi.

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