INCHIUVATU: PICCATU
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18/11/2004Si fanno finalmente di nuovo vivi, dopo un’assenza di circa quattro anni, i siciliani Inchiuvatu, principale espressione musicale del ‘poeta’ Agghiastru e gruppo di punta della celebre Scena Mediterranea che ci ha donato negli anni ottimi gruppi tra cui Astimi, Ultima Missa o La Caruta Di Li Dèi. Dietro un concept davvero interessante e profondamente colto, finalmente lontano dai soliti temi di ‘anticristi e befane varie’ come li definisce lo stesso Agghiastru, si muove l’usuale (per modo di dire) black metal di razza, stavolta più aggressivo e diretto del solito anche se mai casinista e sempre con la giusta dose di melodia a bilanciare in modo eccellente una mistura sonora che ormai da anni ci ha abituato all’eccellenza. L’intro del cd, intitolata “Lustru”, è sostanzialmente il parto di Agghiastru, la sua chiamata alla vita, cui segue “Cunsumu”, stilettata di puro black metal come non se ne sente da tanto e troppo tempo; è davanti a brani come questi che, irrimediabilmente, trovo difficoltà a distaccarmi del tutto dalla nera fiamma, sapendo cioè che per ogni decina o centinaia di gruppi banali, ciclostilati e pseudo-impediti votati al puro casino non-sense ci sarà comunque un Inchiuvatu, un Adversam, un ‘inserire nome di gruppo black diciamo italiano DAVVERO valido’. Non mancano, come al solito, le parti cantate in dialetto siculo e le influenze mediteranee, per cui sempre di melodia parliamo; ciò che però ho più apprezzato in “Piccatu” è la sua valenza culturale, ricca di significati, di contenuti, che traspaiono, me ne rendo conto, soprattutto dalla biografia in mio possesso (anche se credo che i testi saranno, in tal senso, altrettanto esplicativi e probabilmente anche più profondi e incisivi…a meno che voi non vi scarichiate il cd, e allora sò affaracci vostri), e che spaziano dalle tradizioni arabe e sicule, alla questione ‘etica’ del battesimo, all’identità personale, come sempre tirando in ballo Pirandello, autore che Agghiastru deve amare in modo particolare. Da un lavoro come questo è chiaramente lecito aspettarsi coerenza sonora, e difatti i brani seguono sempre le stesse coordinate stilistiche…del resto non si può pretendere mica chissachè da un disco black, e mi rendo anche conto che sto dicendo sempre lo solite cose; ma quando ti trovi davanti ad un prodotto onesto come questo, durante l’ascolto del quale ci si rende conto che musica e testi vanno oltre la concezione di mero entertainment, è doveroso inchinarsi a cotanta arte (questo è, non si scappa) e sentirsi in dovere di fare un favore a sé stessi ed acquistare questo disco. Onore e gloria ad Agghiastru, moderno menestrello senza il quale saremmo tutti un po’ più vuoti.
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