IMMOLATION: HARNESSING RUIN
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17/08/2005Gli Immolation sono senza ombra di dubbio uno dei pezzi da novanta del movimento Death Metal, una band che, oltre a comporre un autentico masterpiece come "Dawn Of Possession" (tra i migliori dieci album della storia del Death Metal), ha saputo mantenere un livello qualitativo invidiabile. Certo, la band di Vigna & soci ha avuto periodi in cui la vena artistica non è stata poi così brillante, penso ad esempio a "Failure for Gods", ma non possiamo dire che si tratti di un passo falso vero e proprio in quanto almeno un paio di pezzi riuscivano comunque a risollevarne le sorti. Se il precedente "Unholy Cult" ci aveva consegnato una band che ostentava la volontà di suonare un Death Metal marziale che ben metteva in luce le qualità tecniche dei Nostri, grazie anche ad un'accurata produzione; in "Harnessing Ruin" gli Immolation cambiano decisamente direzione prediligendo un sound più classico e una produzione che definirei "da primi anni '90", scelta assolutamente voluta e cercata basti pensare che sia il prodotture (Paul Orofino) che gli studi di registrazione sono gli stessi per entrambi gli album. Con un nuovo batterista a dettare i tempi - come da copione oserei dire, visto che negli anni si sono avvicendati ben quattro drummer - ci troviamo di fronte ad una band in palla e che non ha la minima intenzione di mollare la corda, donandoci un lavoro atmosferico ed emozionante come solo "Dawn Of Possession" riusciva ad essere. Già dall'opener "Swarm of Terror" si può riscontrare come tutto giri perfettamente: ogni singolo passaggio riesce a lasciare una cicatrice indelebile ed il tocco melodico di Bob Vigna è così dannatamente oscuro ed angosiante. Siamo su livelli eccelsi per tutte le nove tracce: che si tratti di "My own enemy", dove i Morbid Angel sono più di una semplice influenza, o di "Son of iniquity", dove di contro spicca quel groove cadenzato che da sempre è il marchio di fabbrica degli Immolation. Quello che mi preme dire è che "Harnessing Ruin" riesce a lasciare una sensazione di totale appagamento che era da molto che non mi capitava di sentire ascoltando le nuove uscite Death Metal. Mentre tutti cercano di suonare veloci con megaproduzioni alle spalle, "basta" un album sporco e dal feeling diabolico per spazzare con un colpo gran parte delle uscite estreme di questo, ahimè, magro 2005.
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