ILLOGICIST: THE INSIGHT EYE
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03/02/2008Arriva dalla Val d'Aosta questo gioiellino del Death Metal che porta il nome di 'The Insight Eye'. Loro sono gli Illogicist, giovane band più volte paragonata ai leggendari Death, ed effettivamente è proprio da 'Evil' Chuck e compagnia che i valdostani traggono maggiore ispirazione. Questo album è stato atteso da parecchie persone (tra cui il sottoscritto, che non ha potuto goderseli in sede live per via di un loro forfait al TMF 2007, ndr) e c'è da dire che l'attesa è stata ben ripagata. Masterizzato nei famosi studios Finnvox, a Helsinki, il full lenght subito mostra le proprie intenzioni dalle prime battute: il controtempo della title track, dai fortissimi richiami ai Death di 'Individual Thought Patterns' e agli Atheist, fa subito capire che con questi qui non si scherza, quantomeno sull'aspetto tecnico, senza dimenticare che dietro le pelli troviamo Marco Minnemann dei Necrophagist. Ma non pensiate che gli Illogicist siano votati al mero tecnicismo, anzi. Infatti ci vuole poco perchè subito venga messa in mostra l'anima rude e aggressiva del quartetto, che sommerge di riffoni violenti l'ascoltatore prima che il grave e cupissimo growl di Luca Minieri lo raggiunga in tutta la sua cattiveria. Una formula da manuale: cambi di tempo spaventosi ma non "gratuiti" o messi lì come mera dimostrazione tecnica, ma ben congeniati e accostati a un muro di riff diretti, potenti quanto semplici e funzionali. L'album prosegue in questa direzione, strizzando l'occhio, talvolta, a sonorità ben più moderne (impossibile non pensare ai Meshuggah ascoltando le dissonanze di "Core") e più si procede con l'ascolto più ci si rende conto delle capacità armoniche e melodiche di questi giovani deathsters, che davvero poco o nulla hanno da invidiare ai colleghi più blasonati. Chiusura col botto affidata alla furiosa e intricata “Secrets of Human Hate”, uno dei brani più riusciti e ambiziosi di 'The Insight Eye'. Che dire, assolutamente un passo avanti in confronto al loro esordio, ma resta sempre un neo di fondo: la pesantezza del lavoro, che richiede un notevole sforzo per poter essere ascoltato - se non addirittura compreso - e apprezzato nella sua pienezza. Un pezzo di Florida nella piccola e nordica Val D'Aosta. Notevole.
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