HERMAN FRANK: The Devil Rides Out
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09/12/2016Considerato a pieno merito un'icona del metal germanico grazie alle performance con gli Accept nel seminale 'Balls To The Walls' (1983) e poi di nuovo a cavallo tra 2010 e 2014, con i Sinner e soprattutto con i Victory, Herman Frank avrebbe l'opportunità di vivere tranquillamente di rendita, ma evidentemente la passione per la musica è talmente forte che lo spinge a procastinare di continuo il suo pensionamento, veramente un esempio da seguire per le giovani leve in fatto di dedizione e capacità di mettersi sempre in discussione. Dopo i primi lavori solisti ‘Loyal To None’ (2009) e ‘Right In The Guts’ (2012) piuttosto ben apprezzati il chitarrista, forte di un contratto con la AFM, dà vita alla sua terza opera, un heavy metal che tende verso il power con qualche passaggio di chiara evidenza hard rock. Il sodalizio con Rick Altzi è stabile, cambia la sezione ritmica, ma sempre con il ricorso a musicisti dalle buone referenze, quindi da un punto di vista squisitamente tecnico si va sul sicuro senza particolari sorprese sia in positivo che in negativo (come al solito splendide e perfettamente calzanti le stagionate linee vocali dello svedese). 'The Devil Rides Out' è un concentrato di purissimo heavy di scuola teutonica in cui vengono assorbite le influenze delle band dove Herman ha militato; i dodici brani hanno tutte le carte in regola nel penetrare nella mente dell'ascoltatore grazie all'ottimo dinamismo e ai chorus dalla presa immediata, provate ad ascoltare l'iniziale "Running Back" con quel tellurico drumming che ricorda l'Axel Rudi Pell dello splendido 'Nasty Reputation' (Herman è stato affiancato nella fase di produzione proprio di Charles Bauerfriend da sempre al servizo con Axel), l'hard & heavy classico di "Can't Take It" o "License To Kill", quest'ultima memore dei trascorsi con i Victory, certamente l'esperienza musicale più gratificante in termimi artistici. Herman Frank è un musicista tutto d'un pezzo che non ha mai mostrato manie di protagonismo, il suo interesse è quello di far prevalere il lavoro di squadra in modo da dar luogo a brani variegati che sappiano regalare abbondanti dosi di energia e melodie veraci e vivaci. A voler essere pignoli potremmo puntare il dito riguardo a una scarsa elasticità nel songwriting con quei continui riferimenti ad un passato remoto morto e sepolto ma solo all'apparenza, la forza esecutiva e la concretezza mostrate sono veramente impressionanti, e chi ama l'heavy metal senza tanti fronzoli ne troverà di sicuro grande giovamento.
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