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ESOTERIC: SUBCONSCIOUS DISSOLUTION

data

05/10/2004
63


Genere: funeral doom
Etichetta: Season Of Mist
Anno: 2004

Sarebbe stato una lapide perfetta, in stile grezzo. Un bel monolite tipo Stonehenge sopra il cadavere di un povero morto di fame. Tale è la musica degli inglesi Esoteric, uno dei pochi gruppi non finlandesi a potersi "vantare" maestri nel funeral doom. Oscura, lentissima, pesante, claustrofobica, ossessiva, questo 'Subconscious Dissolution Into The Continuum' si dimostra all'altezza di quello che è questo genere di musica, ossia una vera e propria mazzata nel capocollo. Gli Esoteric con questo album non fanno altro che portare avanti il loro personale (fino ad un certo punto poi) discorso musicale sul Doom rappresentando al meglio l'etimologia stessa della parola, secondo canoni purtroppo già sentiti tante e tante volte. Se ci fosse un termine esatto per poter esprimere la paura della vita in musica, penso che basterebbe mettere su "Morphia", la prima canzone del piccolo lotto (quattro canzoni per 50 e passa minuti di tortura) per capire che cosa significhi farsi del male da soli. Per quasi dodici minuti assistiamo a rantoli e lamenti (in grunts) conditi da splettratone distortissime con una terrificante (in senso buono) tastiera a tessere le fila dell'atmosfera. Poi (e direi anche finalmente) assistiamo ad uno stacco in perfetto death/doom, e tutto ciò contribuisce a far togliere il ghigno di disgusto dal mio già poco bel visino. Diverso il discorso per la seconda traccia proposta. La parte iniziale di "The Blood Of The Eyes" sembra essere uscita da 'The Silent Enigma' degli immortali Anathema: (anzi, qualche riff di chitarra mi sembra anche scopiazzato, ma fa niente.) un po' sognante ed eterea apre uno spiraglio (piccolo) di luce per illuminare il nero opaco creatosi con l'opener di prima. Episodio in effetti strano ai canoni musicali del gruppo, ma che mostra un certo dinamismo in fase di songwriting (oltre ad influenze musicale molto buone), ma non c'è tempo di ragionare che si passa a e "Grey Day" dove le cose ritornano come all'inizio, mentre la cortissima (SOLO cinque minuti) "Arcane Dissolution" chiude definitivamente le danze per gli Esoteric e accompagnano il gruppo (e materialmente il disco) nella mia personalissima e sempre aggiornata zona-dimenticatoio, in una delle vecchie scatole di scarpe adibite a raccogliere i promos recensiti che so di non ascoltare mai più. Produzione e artwork sono decisamente su buoni livelli, come è sempre stato per questo gruppo, e pure le canzoni in sé per raggiungono l'obiettivo postosi in partenza: annichilire completamente l'ascoltatore. Purtroppo però il genere è quello, non ci si sfugge, innovazione non ce n'è tanta (anzi quasi per nulla), quindi se siete dei VERI estimatori del doom più claustrofobico dalla terra dei mille laghi (Finlandia) in stile Skepticism, Thergothon (R.I.P.) e compagnia brutta, non lasciatevi sfuggire 'Subconscious Dissolution Into The Continuum' degli Esoteric, perché sa il fatto suo. Personalmente mi rimetto ad ascoltare i Dusk.

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