BLAZE: SILICON MESSIAH
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16/03/2004Ciò che serviva a Blaze Bayley era un album che lo rilanciasse sul mercato, sfruttando la popolarità che gli derivava dall'essere l'ex-vocalist degli Iron Maiden, ma cancellando al tempo stesso l'effetto negativo che questa nomea implicava. Con questo presupposto dal su debut con un nuovo gruppo era lecito aspettarsi di più; ciononostante questo "Silicon Messiah" ha anche dei bei pregi, seppur amalgamati a qualche difetto. In effetti i pezzi sono buoni, accattivanti, ben scritti; puntano decisamente ad uno stile che può benissimo essere il "marchio di fabbrica" dei Blaze. Inoltre, nonostante alcune sperimentazioni a livello di effetti, forniscono esattamente ciò che ci si potrebbe aspettare: quello stile ibrido che con Bayley era entrato nel songwriting degli Iron Maiden, forse difficile da mandar giù per i fan di questi ultimi, ma perfettamete congeniale a Blaze stesso. Come dire: l'uomo sbagliato, nel posto sbaglòiato, al momento sbagliato può essere l'uomo giusto, in un altro posto ed in un altro momento. Ciò che Bayley ha tentato di fare è stato appunto costruirsi un posto ed un momento "giusti". Ci è riuscito a metà. Il "suo" stile ricorda infatti un po' troppo da vicino quello condanato dei "suoi" Iron Maiden, da cui non si è forse allontanato a sufficienza. E questo gioca a suo svantaggio: se infatti si può finalmente prenderlo per quello che è, con quel fascino cupo e decadente di cui la sua voce dal timbro pieno e dal tono chiuso è capace, viene comunque spontaneo chiedersi se non stia tentando di salvarsi, con certe ritmiche e linee melodiche, quella fetta di fan degli Iron Maiden che gli aveva comunque dato fiducia, forse nella speranza di allargare le proprie vendite. In realtà il più grosso limite di questo "Silicon Messiah" è di non avere uno o più pezzi che lo identifichino in maniera precisa, che facciano saltare dalla sedia chiedendosi cosa si aspettava a comprarlo, che lo sollevino cioè da quell'effetto di album piacevole ma piatto.
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